Lavoro e Professioni 21 Gennaio 2021 15:05

Recovery Plan, la sfida della Campania: «È la nostra occasione per riorganizzare la sanità del territorio»

Cappiello (Anaao): «Abbattere liste d’attesa e istituire i Pronto Soccorso nelle AOU tra le priorità»

Il Recovery Plan approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri prevede per la sanità 20,7 miliardi di euro, di cui 7,9 miliardi riservati ad assistenza di prossimità e telemedicina, e 12,82 miliardi per innovazione e ricerca. Per alcune realtà regionali questa potrebbe essere un’occasione unica per ristrutturare e riorganizzare al meglio il proprio comparto sanitario. Abbiamo chiesto al dottor Maurizio Cappiello, medico della rete Emergenza Urgenza a Napoli e componente del direttivo nazionale Anaao Assomed, un parere su come queste risorse dovrebbero essere allocate in maniera ottimale in Campania, Regione storicamente penalizzata nel riparto dei fondi sanitari.

Recovery Plan e la situazione in Campania

«L’auspicio è che il meccanismo di riparto sarà improntato a criteri di equità ma soprattutto – osserva Cappiello – basato su quelli che sono gli effettivi bisogni assistenziali delle varie regioni. Per quanto riguarda la Campania – continua – il discorso è particolare e merita di essere approfondito: veniamo da dieci anni di commissariamento e da un pesante blocco del turn over che ci ha penalizzato moltissimo. Ora finalmente abbiamo un’occasione imperdibile per indirizzare questi fondi là dove servono. Le cose da fare sono moltissime».

L’assistenza territoriale

«In primis – afferma Cappiello – va potenziata la rete dell’assistenza territoriale: un progetto che ci deve trovare pronti è quello che prevede l’organizzazione delle cosiddette Case della Salute, cioè dei presìdi sanitari intermedi gestiti dai medici di Medicina Generale o dagli infermieri del territorio, che contribuirebbero fortemente – aggiunge – a sgravare il carico di lavoro delle aziende ospedaliere, anche mettendo a punto una diagnostica di primo livello (ECG, spirometrie)».

Le liste d’attesa

«Un altro punto importantissimo dovrà essere l’abbattimento delle liste d’attesa – osserva ancora Cappiello – utilizzando le sale operatorie e gli ambulatori 12 ore al giorno: una vera e propria emergenza nell’emergenza, infatti, sono le liste d’attesa che durante la pandemia si sono macroscopicamente accumulate e allungate. Ed evitare che questo si ripercuota drammaticamente sulla qualità dell’assistenza sanitaria del territorio – aggiunge – sarà una delle principali sfide cui saremo chiamati a far fronte nella fase post-Covid».

L’istituzione delle aree di osservazione breve

«Credo poi che parte di questi fondi debba essere utilizzata per adeguamenti infrastrutturali. Un esempio fra tutti – spiega Cappiello – la creazione all’interno di tutti i Pronto Soccorso della Regione delle aree di osservazione breve per i pazienti sospetti Covid. Gli scienziati sono concordi nell’affermare che, nonostante l’entrata a regime della campagna vaccinale,  la convivenza tra noi e il virus durerà ancora qualche tempo, almeno un altro anno. In quest’ottica, evitare che si creino condizioni di promiscuità e rischi di nuovi cluster all’interno degli ospedali è fondamentale. Ecco perché – afferma – ristrutturare le porte di accesso alle strutture ospedaliere, cioè i Pronto Soccorso, rappresenta un elemento di importanza strategica».

I Pronto Soccorso universitari

«C’è poi una questione storica – osserva Cappiello – già affrontata tante volte e che stavolta, speriamo, possa trovare una soluzione: la necessità che le Aziende Ospedaliere Universitarie delle Regione si dotino di un Pronto Soccorso. È assurdo che strutture di prestigio come quelle che abbiamo non solo a Napoli ma in tutta la Campania non abbiano un PS. Questo – continua – risponderebbe a una duplice esigenza: quella formativa da un lato, per gli specializzandi dell’Area emergenza urgenza, e dall’altro si permetterebbe anche la creazione di Pronto Soccorso specialistici, ad esempio pediatrici, che alleggerirebbe di molto il carico sugli altri ospedali».

La boutade del riparto dei vaccini sulla base del Pil regionale

«Sulla recente uscita della neo assessore al Welfare della Lombardia Letizia Moratti, Cappiello ha le idee chiare: «Inizialmente pensavo fosse una provocazione, in realtà questa uscita riflette una mentalità che purtroppo appartiene ad alcune regioni del Nord Italia, che poi ha delle influenze anche sul riparto dei fondi alle varie Regioni, riparto che ci penalizza sempre moltissimo. Io credo che il bisogno di salute sia unico, che sicuramente prescinde dal Pil di una Regione e dall’età anagrafica. Io credo invece che il bisogno di salute vada inteso in base alle effettive necessità assistenziali di una Regione. Anche questa è una storica battaglia che stiamo portando avanti, ma evidentemente – conclude Cappiello – alla luce di affermazioni del genere, la strada è ancora lunga e richiede un impegno ancora maggiore».

 

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