La presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e Fisici denuncia i ritardi della campagna vaccinale: «C’è una disomogeneità nell’ambito delle vaccinazioni tra regioni non riferibili solo alla nostra categoria». E i chimici e fisici puntano ad essere protagonisti anche della transizione ecologica
Recovery Plan, vaccinazioni anti Covid, nuove assunzioni nel pubblico e borse di studio per gli specializzandi. Sono almeno i quattro temi su cui è impegnata Nausicaa Orlandi, Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e Fisici e componente del Comitato Tecnico Scientifico, e su cui è intenzionata a dare battaglia. Ne parla in una conversazione con Sanità Informazione che non può che partire con un tema di stretta attualità come la campagna vaccinale anti SARS-CoV-2: molti chimici e fisici libero professionisti non sono stati vaccinati e la campagna vaccinale procede a macchia di leopardo tra le varie regioni.
«Anche noi abbiamo lamentato la necessità di procedere con maggiore rapidità nelle vaccinazioni – spiega Orlandi -. Molti nostri colleghi operano anche negli ambiti sanitari, molti sono stati vaccinati proprio perché operano in strutture sanitarie o RSA. I restanti nostri colleghi sono ancora non vaccinati nonostante siano dei professionisti sanitari e svolgano delle attività importanti che possono esporli a rischio maggiore di contagio. Proprio per il ruolo sociale che ricoprono abbiamo chiesto di inserirli nelle categorie prioritarie. Ad oggi, in base ai dati che abbiamo, c’è una disomogeneità nell’ambito delle vaccinazioni tra regioni non riferibili solo alla nostra categoria. Speriamo che il nuovo Commissario le cose possano andare meglio».
Chimici e Fisici sono tra quei professionisti sanitari essenziali nell’affrontare l’emergenza Covid-19 anche se spesso dietro le quinte: dalle analisi cliniche e strumentali alla formulazione dei farmaci, per l’adozione dei protocolli di sicurezza sul lavoro, alla gestione dei rifiuti e alla sicurezza alimentare. Senza dimenticare i prodotti di disinfezione. E poi sono essenziali nel controllo dei prodotti di largo consumo come tutto ciò che è realizzato con materiale plastico o i vestiti: tutti questi articoli sono sottoposti alla direttiva REACH che indica il processo di «registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche» che invita coloro che producono articoli e prodotti che possano contenere sostanze pericolose SVIHC (Substances of Very High Concern) a registrarle all’interno di un database unico.
Tutte competenze che potrebbero essere utili all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: la Federazione è al lavoro ad un documento insieme alla Rete delle Professioni Tecniche da presentare al governo.
Dal punto di vista sanitario, sono due le richieste per il governo: nuove assunzioni nel settore pubblico e un investimento economico per le borse di specializzazione in fisica e chimica.
«Chiediamo di aumentare il numero di professionisti all’interno delle strutture sanitarie non solo del Ssn ma anche negli Enti Locali e nelle Agenzie per l’Ambiente. Lo chiediamo perché negli anni si è assistito a un continuo depauperamento di assunzioni e quindi di competenze all’interno di queste strutture: molti sono andati in pensione e non sono state reintegrati. In secondo luogo, c’è il problema della specializzazione: sono troppi anni che sono state chiuse le scuole di specializzazione in chimica analitica e molti colleghi fanno fatica a partecipare ai bandi di concorso per l’assenza delle borse. Chiediamo che ci sia la possibilità di riconoscere magari cinque anni di attività già svolta presso una struttura come era in passato in modo da garantire la possibilità di partecipare a concorsi e ripristinare questi ruoli lasciati scoperti. Penso che un piano nazionale di questa portata non può dimenticare di dare la possibilità a tutte le professioni sanitarie di partecipare alle scuole di specializzazione con delle borse. È tempo di investire economicamente sulla formazione di tutti i professionisti sanitari ponendo delle risorse per le borse di studio per le scuole di specializzazione».
Ma una parte importante del documento che i Chimici e Fisici porteranno all’attenzione dell’esecutivo e dei ministri competenti riguarda anche la transizione ecologica che vede al lavoro il neo Ministro Roberto Cingolani.
«Il nostro contributo – spiega Orlandi – va verso uno sviluppo infrastrutturale sostenibile, quindi verso un Paese più verde ed economicamente più sostenibile – spiega Orlandi -. Proprio per questo è necessario che governo, regioni ed enti locali programmino questi investimenti che prevedano un aumento della spesa pubblica finalizzato ad accrescere l’efficacia del sistema economico avvalendosi di professionisti che si occupano da anni della tematica della tutela dell’ambiente: hanno competenza e possono dare il supporto concreto alle aziende che possono attuare questo percorso. I chimici operano da anni nel settore della tutela dell’ambiente e della prevenzione dell’inquinamento e possono essere referenti e capi progetto dalle procedure di selezione. Possono dare un contributo effettivo nella valutazione della gestione industriale, nella distribuzione di prodotti a partire dall’innovazione sulla materia prima, alle informazioni sulla possibilità di riciclare, riutilizzare, rimpiegare la materia prima fino alla valutazione complessiva del circolo di vita del prodotto. Chiediamo la possibilità di poter vedere riconosciuto questo ruolo nell’ambito dei tavoli di lavoro, nella stesura delle linee guida ma anche dal punto di vista pratico come sostegno per quello che riguarda il mondo industriale che deve proseguire verso questo indirizzo».
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