A pochi giorni dal voto continua il confronto tra le i sostenitori del Sì e quelli del No. Il Responsabile Sanità del Pd: «Addio alle differenze tra Regioni e livelli essenziali di assistenza più omogenei». Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «Caposaldo della Riforma è una tutela sanitaria uguale per tutti»
Il 4 dicembre si vota per la Riforma Costituzionale che porta le firme di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Oramai il Referendum è diventato una costante del dibattito politico e in particolare si discute per l’influenza che il voto avrà sul comparto sanità. Infatti quest’ultima sarà interessata dalla riforma del Titolo V della Costituzione e in particolar modo dalla modifica dell’articolo 117 che sancisce la suddivisione delle competenze tra Stato e Regioni. L’esito del voto avrà quindi importanti ripercussioni sul mondo della sanità, infatti chi vota Sì porta come motivazione la volontà di ordinare la confusione che vige attualmente tra Stato e Regioni le cui competenze sanitarie non sono ben definite. Chi invece decide per il No sostiene che la Riforma sia confusa e che in ogni caso i contenziosi tra potere centrale e poteri locali continueranno.
Sanità Informazione ha chiesto al Responsabile Sanità del Pd, Federico Gelli, perché votare Sì: «Ci sono tanti motivi ma un motivo in particolare, votare Sì alla Riforma Costituzionale vuol dire migliorare il sistema sanitario nel nostro Paese, rendere il nostro apparato più equo e più solidaristico». Con il Sì, prosegue Gelli: «La volontà è quella di eliminare quelle differenze odiose che si sono venute a formare in questi anni tra alcune Regioni rispetto ad altre, rendendo più omogenei i livelli essenziali di assistenza ed eliminando il contenzioso perenne tra Stato e Regioni visto che sparirà la materia concorrente». «Grandi importanti novità – conclude Gelli – che avranno una ricaduta molto positiva sulla salute dei cittadini che è un bene che va tutelato come dice l’articolo 32 della Costituzione».
Favorevole alla Riforma anche Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: «Perché Sì? La Riforma Costituzionale in tema di salute dispone che sia compito dello Stato emanare le disposizioni generali e comuni per la tutela della salute pubblica che deve essere uguale per tutti i cittadini – spiega De Vincenti -. Contemporaneamente la Riforma afferma e chiarisce che il ruolo delle Regioni è organizzare i servizi sanitari, questo è importante perché le Regioni sono vicine, conoscono il territorio, conoscono i bisogni dei loro cittadini, però è ugualmente importante che in qualsiasi parte d’Italia si viva, si goda della stessa tutela sanitaria e questo, che è un caposaldo della Riforma Costituzionale, è indubbiamente compito dello Stato. Quest’ultimo deve garantire su tutto il territorio nazionale una eguale risposta al bisogno di salute».
Per approfondire leggi anche: Referendum: il Sì o il No che cambierà la sanità