Lavoro e Professioni 19 Luglio 2021 15:54

Report Inail, nel 2020 meno infortuni ma più decessi rispetto al 2019. È l’effetto Covid-19

Il presidente Franco Bettoni: «Ampliare tutela Inail a medici di famiglia e liberi professionisti». I numeri

Tra gli obiettivi dell’Inail per il prossimo triennio, figura anche l’estensione della tutela assicurativa agli oltre tre milioni di lavoratori che non ne hanno diritto, come medici di famiglia e liberi professionisti. A sottolinearlo è stato il presidente dell’Istituto Franco Bettoni in occasione della presentazione del Rapporto annuale 2020:  «La pandemia – ha detto – ha riaperto la questione dell’esclusione dalla tutela Inail di soggetti particolarmente esposti al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia e dei medici liberi professionisti», che insieme ad altre categorie «non possono beneficiare della copertura assicurativa e delle conseguenti prestazioni economiche, socio-sanitarie, riabilitative e di reinserimento».

Sono stati quindi presentati i dati sulle denunce di infortunio pervenute nel 2020, che registrano, rispetto all’anno precedente, un calo dei casi in complesso e l’aumento significativo di quelli mortali. Sono state registrate poco più di 571mila denunce di infortuni accaduti nel 2020 (-11,4% rispetto al 2019), un quarto delle quali relative a contagi da Covid-19 di origine professionale.

I casi mortali denunciati all’Inail sono stati 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 del 2019 che deriva soprattutto dai decessi causati dal Covid-19, che rappresentano oltre un terzo del totale delle morti segnalate all’Istituto. «La pandemia ha fortemente condizionato l’andamento del fenomeno infortunistico nel 2020 – ha spiegato Bettoni commentando questi dati –. Da un lato, infatti, ha comportato la riduzione dell’esposizione a rischio per gli eventi ‘tradizionali’ e ‘in itinere’, a causa del lockdown e del rallentamento delle attività produttive, dall’altro ha generato la specifica categoria di infortuni per il contagio da Covid-19».

Malattie professionali

I dati del 2020 indicano un calo notevole delle denunce di malattia professionale. Le patologie denunciate, infatti, sono state poco meno di 45mila, in diminuzione del 26,6% rispetto al 2019. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 35,34%, mentre il 3,33% è ancora in istruttoria. Anche su questa flessione, in controtendenza con gli incrementi rilevati nel quinquennio precedente, ha influito l’emergenza epidemiologica.

Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 31.400, di cui il 38,06% per causa professionale riconosciuta dall’Istituto. I lavoratori con malattia asbesto-correlata sono stati circa 900, mentre quelli deceduti nel 2020 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 912 (-19,79% rispetto al 2019), di cui 205 per silicosi/asbestosi.

Interventi a sostegno dei lavoratori

Nel 2020 sono state fornite circa 6,4 milioni di prestazioni sanitarie, l’86% delle quali richieste a seguito di infortuni e il resto per malattia professionale. Le prestazioni per “prime cure” effettuate presso i 120 ambulatori dell’Inail sono state, nel complesso, oltre 470mila. Quelle riabilitative, erogate dal Centro protesi di Vigorso di Budrio, con le filiali di Roma e Lamezia Terme, dal Centro di riabilitazione motoria di Volterra e dagli 11 centri di fisiochinesiterapia attivi in cinque regioni ammontano, in totale, a 134.951.

Il Centro protesi e le sue filiali, in particolare, hanno erogato complessivamente 6.020 prestazioni di assistenza protesica a favore di 4.028 assistiti: 2.745 infortunati sul lavoro e 1.283 tra assistiti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) e privati. A queste si aggiungono 11.054 prestazioni per la fornitura di ausili per la cura e igiene personale, per l’informatica, per la mobilità e la domotica, che hanno interessato 6.499 assistiti.

In attuazione dell’accordo quadro del 2012, è proseguita inoltre l’attività di coinvolgimento delle Regioni per l’erogazione di prestazioni riabilitative, integrative rispetto a quelle garantite dal Ssn, in favore dei disabili da lavoro. Attraverso le convenzioni attuative che sono state stipulate con tutte le Regioni e i numerosi accordi contrattuali con strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, nel 2019 sono state erogate 377.319 prestazioni integrative riabilitative a circa 13mila assistiti, per una spesa di 6,3 milioni di euro.

«A testimonianza dell’impegno dell’Inail nella gestione dell’emergenza sanitaria – ha spiegato Bettoni – uno degli interventi più significativi del 2020 è il progetto fortemente innovativo di riabilitazione di tipo multi-assiale degli assistiti, in grado cioè di prendere in carico ogni singolo caso secondo le specifiche esigenze terapeutiche post Covid-19, che possono interessare l’aspetto respiratorio, cardiologico, muscolare e neurologico. Gli avvisi regionali pubblicati lo scorso marzo hanno la finalità di attivare convenzioni con strutture sanitarie dell’intero territorio nazionale, per assicurare agli infortunati che soffrono di postumi di lungo periodo l’assistenza di cui hanno bisogno con la dovuta tempestività».

 

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