Intervista al responsabile sanità del PD e relatore del Ddl 2224: «Importante giudicare il merito del referendum costituzionale del 4 dicembre. Per la sanità si può ricreare un nuovo equilibrio tra Stato e Regioni»
Responsabilità professionale del personale sanitario: il disegno di legge Gelli (testo Ddl n. 2224), attualmente in via di approvazione presso il Parlamento, innesca una rivoluzione nel sistema delle responsabilità sia civili che penali degli operatori sanitari.
«La Commissione Sanità del Senato ha approvato i primi emendamenti e modifiche agli articoli» spiega Federico Gelli, Responsabile Sanità PD e relatore del Ddl. «Tra i punti approvati: l’organizzazione del risk management, l’obbligatorietà della formazione degli operatori e il punto più rilevante, quello della prevenzione, della capacità del sistema sanitario di prevenire l’errore e quindi in qualche modo di evitare danni a carico del cittadino – prosegue Gelli -. L’impegno, è che la proposta venga approvata in Commissione, nell’arco delle prossime uno o due settimane, per arrivare nel mese di novembre al testo finale che poi verrà ratificato alla Camera».
Di grande attualità il capitolo sanità della legge di Bilancio 2017 che ha reso pubbliche voci di spesa che, secondo il Governo, dovrebbero incidere positivamente sulla vita quotidiana dei cittadini. Un sostegno forte economico al comparto che va anche nella direzione dei medici ex specializzandi. «Il Governo ha voluto sostenere il comparto incrementando il fondo sanitario nazionale di due miliardi di euro – spiega Gelli –. Questo è un segnale di grandissima rilevanza e importanza insieme a tutte quelle altre misure di coesione sociale, di tutela delle categorie socialmente più in difficoltà». Una maggiore disponibilità di risorse economiche, illustra il relatore, permetteranno di stabilizzare e assumere personale. «Finalmente una boccata di ossigeno che ci permetterà di sanare alcune situazioni pregresse come quelle ovviamente degli specializzandi o degli ex specializzandi. Auspico un’approvazione in tempi rapidi della norma».
La sanità sarà inoltre uno dei temi centrali del Referendum costituzionale del 4 dicembre. Vedremo se l’ago della bilancia convergerà verso la centralizzazione delle decisioni di politica sanitaria oppure se rimarrà fisso sulla decentralizzazione regolamentata dall’articolo 117 della Costituzione. «La riforma costituzionale è un appuntamento che spesso viene derubricato ad un competizione tra fazioni, dove lo slogan copre spesso il significato che ci sta dietro – spiega Gelli –. Vorrei invitare tutti a guardare nella profondità nel merito della riforma, c’è una parte importante che abbiamo curato, io in prima persona, cioè la modifica del Titolo V».
Il Titolo V della Costituzione, già sottoposto a modifica nel 2001 dal Governo Amato, «prevede oggi – prosegue Gelli – ben 21 modelli sanitari diversi, una disparità tra nord e sud del Paese ancora più evidente, avere un diritto alla salute diverso a seconda del luogo di residenza non è ottimale. Queste difformità devono essere in qualche modo risolte, bisogna ricreare un nuovo equilibrio e garantire a tutti gli stessi diritti perché l’articolo 32 della Costituzione, che è il diritto alla salute, non diventi solo una bella manifestazione ma sia una realtà oggettiva in ogni angolo del Paese». Il deputato del Pd conclude che con la modifica del Titolo V e dell’articolo 117: «Daremo più forza allo Stato per affiancare quelle Regioni in difficoltà e per mantenere un equilibrio non solo economico ma anche di tutela e diritti essenziali dell’assistenza sanitaria».