La Presidente della Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche sottolinea il cambiamento “culturale” portato dalla legge 24 del 2017. Poi spiega quanto fatto sul tema: «Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Csm per l’attività consulenziale e peritale e lavorato con le nostre società scientifiche per entrare nell’elenco del Ministero»
Il tema della responsabilità professionale tocca da vicino tutte le professioni sanitarie. Non sfuggono gli infermieri che, lavorando in equipe con i medici, sono spesso coinvolti in contenziosi. Abbiamo fatto il punto sull’argomento con la presidente della Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche Barbara Mangiacavalli che, in occasione del convegno “Sicurezza delle cure e responsabilità degli operatori” organizzato dal padre della legge 24 del 2017 Federico Gelli con la Fondazione Italia in Salute, ha sottolineato l’importanza della legge approvata nella scorsa legislatura e tutte le iniziative messe in campo dalla FNOPI per attuare le norme: dal protocollo d’intesa con il Consiglio superiore della magistratura per l’attività consulenziale e peritale al lavoro svolto dalle società scientifiche per entrare nell’elenco delle società abilitate a predisporre le “linee guida”. «Il trema della cultura sulla responsabilità è sicuramente il tema fondamentale anche su questa legge», ha sottolineato Mangiacavalli a Sanità Informazione.
Presidente Mangiacavalli, siamo a due anni dalla legge Gelli, una legge importante per tutto l’ambito sanitario. Dopo due anni si può iniziare a tracciare un bilancio. Gli infermieri che bilancio fanno di questa legge?
«Un bilancio assolutamente positivo. Devo dire che grazie a questa legge, che tra l’altro è una fonte primaria dello Stato, si è creata una svolta importante all’interno del Sistema sanitario della responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie ma si è creata una svolta importante soprattutto riguardo alla sicurezza nei confronti dei cittadini che tra l’altro è anche un motivo importante e sostanziale di questa legge. Noi infermieri con la Federazione degli ordini e insieme a tutti gli ordini provinciali e alle nostre società scientifiche abbiamo lavorato molto in questi due anni proprio grazie agli spunti contenuti negli articoli della legge 24 e abbiamo messo a punto da un lato il protocollo d’intesa con il Consiglio superiore della magistratura per l’attività consulenziale e peritale, dall’altro abbiamo lavorato con le nostre società scientifiche affinché potessero possedere quei requisiti indispensabili per entrare nell’elenco. Infatti molte nostre società, più di 20, sono entrate nell’elenco del Ministro della Salute. Con loro stiamo continuando a lavorare attraverso una Consulta e attraverso una collaborazione con la società dei nostri professori universitari per fare in modo che possano mantenere e costruire in maniera ancora più strutturale i requisiti che da qua a due anni saranno elemento valutativo importante per il mantenimento in questo elenco».
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Il tema è molto sentito anche dagli infermieri. Registrate molti casi di accuse ingiuste o di assoluzioni dopo le richieste di risarcimento?
«Gli infermieri, lavorando in equipe con tutte le altre professioni sanitarie, soprattutto con i medici, hanno un po’ questo problema comune. Come sempre i tentativi sono molti, i casi concreti si riducono in maniera significativa. È evidente però che i professionisti sanitari entrano in un circuito che è quello di doversi difendere con delle consulenze. Anche da questo punto di vista la legge 24 dava le indicazioni di una assicurazione obbligatoria, noi abbiamo proceduto anche in questo senso e a gennaio è partita una polizza su una gara fatta dalla Federazione ad adesione facoltativa anche per dare ai nostri colleghi infermieri la possibilità di sentirsi tranquilli nel loro esercizio professionale e proprio con loro stiamo lavorando sugli aspetti culturali e scientifici. Il trema della cultura sulla responsabilità è sicuramente il tema fondamentale di questa legge».