Il segretario nazionale Enrico Pedoja scrive al Ministro della Giustizia affinché vengano riviste le procedure di risoluzione alternative inserendo l’Alternative Dispute Risolution che ridurrebbe costi e tempi di conciliazione
Il disegno di legge in materia di Riforma della Giustizia Civile non convince il SISMLA (Sindacato Italiano Specialisti Medicina legale e delle Assicurazioni) che lancia un appello al Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, affinché riveda le procedure di risoluzione alternative, e faccia in modo che l’ADR entri a pieno titolo come strumento conciliativo anche in ambito di mediazione per i casi di Responsabilità Sanitaria. «È una grande occasione persa – recrimina Enrico Pedoja segretario nazionale SISMLA – perché l’ADR, che ricordo essere una procedura di risoluzione alternativa stragiudiziale, ha il vantaggio di essere veloce ed efficace nei conflitti di consumo e permetterebbe quindi uno snellimento del carico giudiziario, dal momento che si procede per via alternative senza ricorrere al Giudice. Inoltre, evita che i consumatori, scoraggiati dalla durata del procedimento, rinuncino alla tutela dei propri diritti».
Proprio questo sembra essere il punto su cui insistere perché oggi solo il 10 percento dei procedimenti si conclude in ambito extra giudiziario, con un accordo tra le parti, tenendo conto che si tratta di liti con un valore medio di 50mila euro, ovvero tra i più alti tra tutte le materie oggetto dei procedimenti. «Non solo, occorre tenere presente poi che la consulenza tecnica fatta in sede di mediazione è un mezzo di prova analogo alla consulenza d’ufficio in ATP (ex 696 del codice di procedura civile), ovvero quando è il giudice a nominare un consulente tecnico d’ufficio per accertare e determinare il dovuto – spiega Pedoja – quindi utilizzarla anche in ambito di responsabilità sanitaria permetterebbe un oggettivo snellimento dei tempi di istruttoria e delle procedure, con conseguente sgravio del precontenzioso giudiziario sia nel caso di definizione del risarcimento, sia nel caso si renda necessaria l’azione giudiziaria».
Ad avvalorare la tesi anche il fatto che il SISMLA nel 2020 è stata l’unica rappresentanza tecnica medico legale nazionale a partecipare al tavolo Ministeriale per la definizione del manifesto della Giustizia Complementare per l’incremento e la valorizzazione delle procedure stragiudiziali di gestione dei conflitti. «La nostra figura si integra a pieno nelle Associazioni Nazionali Professionali che hanno nelle loro finalità la valorizzazione del grado di esperienza e il titolo di formazione professionale degli iscritti – conclude Pedoja – favorendo, in stretto collegamento con le Società Scientifiche di riferimento (SISMLA e COMLAS), l’aggiornamento professionale e l’inserimento dei giovani professionisti negli albi di CTU, così da garantire l’autonomia culturale, la terzietà e le speciali competenze dell’iscritto in materia di valutazione del danno alla persona, in particolare in ambito di responsabilità sanitaria».
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