Lavoro e Professioni 28 Luglio 2014 15:08

Riforma P.A., levata di scudi di Anaao e SMI

La Sanità tema centrale nella discussione del Governo

Riforma P.A., levata di scudi di Anaao e SMI

Una grande riforma della Pubblica Amministrazione non può tradire il principio per cui una legge è giusta e condivisibile solo se uguale per tutti”.

È questo il contenuto di una lettera firmata da Francesco Medici, Vicesegretario del Sindacato dei Medici Italiani inviata al presidente del Consiglio Renzi, ai presidenti delle Regioni e ai ministri Giannini, Lorenzin e Madia. “Modificare la riforma della PA sul nodo dell’età pensionabile – spiega Emiliana Sanfilippo, dirigente nazionale SMI – è giusto e necessario”, ma la soluzione non è mantenere “incollati alle poltrone medici e universitari del Servizio sanitario nazionale. Bisogna far saltare questo tappo che impedisce a molti professionisti di progredire di carriera e ai più giovani di entrare stabilmente nel mondo del lavoro”.

Negativa anche la valutazione di ANAAO ASSOMED, che solo qualche giorno fa aveva fortemente criticato quella parte del Parlamento orientata a separare la sanità universitaria da quella pubblica. “A loro dire – spiega Costantino Troise, Segretario Nazionale dell’Associazione dei Medici Dirigenti, riferendosi ai parlamentari orientati verso una differenziazione delle professionalità – la staffetta generazionale nella Pubblica Amministrazione, annunciata come obiettivo dal Governo a fronte di una drammatica condizione occupazionale tra i giovani”, deve “riguardare esclusivamente i medici e i dirigenti sanitari dipendenti del Ssn”. In questo modo, secondo Troise, carriere e competenze professionali verrebbero messe “alla mercé della discrezionalità del Direttore Generale di turno, e quindi dell’invadenza pervasiva della politica”. Da tutto ciò verrebbero però esclusi i professori universitari, ai quali verrebbe invece consentito “di rimanere in servizio, senza essere valutati né all’inizio né durante né alla fine del loro incarico, fino a 70 anni di età e 50 di anzianità contributiva”.

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