Partita dalla Sardegna la nuova iniziativa di Consulcesi: fino al 13 luglio rimborsi in tutte le Regioni italiane per le borse di studio negate ai medici specialisti il 1978 ed il 2006. Nuove tappe nelle Marche, in Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Campania e via via tutte le altre. Intanto accordo transattivo ancora al palo, ma rischio prescrizione. Consulcesi lancia nuova azione collettiva il 15 luglio
Assegni di rimborso firmati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in favore di quanti si sono specializzati tra il 1978 ed il 2006 e non hanno ricevuto il corretto trattamento economico: è l’iniziativa “37 milioni in 37 giorni” attraverso cui Consulcesi consegna, così come previsto dalle direttive Ue in materia (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE), i rimborsi a coloro a cui in passato non è stato riconosciuto un diritto. Grazie alle azioni collettive lanciate da Consulcesi, realtà leader nell’assistenza legale in sanità, i medici specialisti di tutte le regioni d’Italia recuperano quelle somme che lo Stato aveva negato loro durante la scuola post-laurea in Medicina.
Nello specifico, vengono rimborsati in Abruzzo circa 1 milione di euro, in Basilicata poco meno di 500mila, in Calabria più di 1 milione e mezzo, in Campania 3 milioni, in Emilia Romagna 2 milioni, poco più di 500mila euro per il Friuli, nel Lazio 7 milioni e mezzo, in Liguria più di 1 milione, in Lombardia poco meno di 6 milioni, nelle Marche quasi 800mila euro, in Molise 143mila, più di 2 milioni per il Piemonte, 1.600 per la Puglia, in Sardegna 550 mila euro, 2.500 milioni in Sicilia, poco meno di 2 milioni in Toscana, in Trentino 850mila euro, 600mila euro in Umbria, 142mila euro in Val D’Aosta, 1 milione e mezzo in Veneto.
Un totale di 37 milioni rimborsati che si aggiungono ai 530 milioni di euro già fatti riconoscere da Consulcesi in passato. Una cifra elevata, destinata a crescere ulteriormente nelle prossime settimane visto che sono attese nuove sentenze e sul tema la giurisprudenza è ormai consolidata. In questo quadro e, di conseguenza, di fronte ad una continua emorragia di fondi pubblici, da tempo si ragiona su un accordo transattivo per scongiurare un esborso complessivo superiore ai 5 miliardi di euro. Questo è quanto previsto anche dal Ddl 2400, attualmente in discussione al Senato, ma ancora arenato nelle Commissioni perché le modifiche proposte (spesso, paradossalmente, proprio da chi rappresenta i medici) hanno finito con “allargare le maglie” delle richieste, allungando i tempi e minando la sostenibilità economica del provvedimento.
«Continuiamo a rimborsare medici in tutta Italia con cifre imponenti – afferma Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi – e, con grande soddisfazione, restituiamo non solo le somme dovute ma anche dignità a quei professionisti che negli anni della specializzazione sono stati penalizzati dalla mancata applicazione delle direttive Ue. Molti di loro, peraltro, spesso erano costretti a trovare delle occupazioni in quello che doveva essere il loro orario di riposo per potersi mantenere. Per loro, questo rimborso diventa anche un vero e proprio momento di riscatto, atteso ancora da tanti colleghi ai quali suggeriamo di attivarsi per non perdere questo diritto, messo a rischio dai ravvicinati termini prescrittivi. Sebbene i nostri legali ritengano che in assenza di una norma attuativa, secondo i principi stabiliti dalla Cassazione, i termini di prescrizione non inizino a decorrere, invitiamo i medici specialisti a tutelarsi per far valere il diritto al rimborso, già riconosciuto a migliaia di medici. Per farlo è possibile seguire due strade: produrre un atto interruttivo gratuito oppure avviare l’azione legale, aderendo alla prossima azione collettiva del 15 luglio. A disposizione mille consulenti che rispondono al numero verde 800.122.777 e direttamente sul sito internet www.consulcesi.it».