Superare la frammentazione dei modelli gestionali; valorizzare le figure professionali; definire un sistema unico nazionale di monitoraggio della qualità delle prestazioni erogate e del finanziamento del sistema di emergenza-urgenza territoriale; estendere progressivamente il numero unico 112. Sono queste le direttive che la riforma del SET 118 dovrebbe seguire. A sostenerlo, un documento redatto dalle organizzazioni che […]
Superare la frammentazione dei modelli gestionali; valorizzare le figure professionali; definire un sistema unico nazionale di monitoraggio della qualità delle prestazioni erogate e del finanziamento del sistema di emergenza-urgenza territoriale; estendere progressivamente il numero unico 112. Sono queste le direttive che la riforma del SET 118 dovrebbe seguire. A sostenerlo, un documento redatto dalle organizzazioni che operano nel settore dell’emergenza-urgenza: AAROI EMAC, AcEMC, ANIARTI, COSMEU, SIAARTI, SIEMS, SIIET e SIMEU.
Queste associazioni professionali e società scientifiche hanno quindi preparato un testo emendativo completo che non si contrappone al DdL 1715 e che è già nelle mani Presidenza della Commissione Salute del Senato.
«La pandemia da Covid-19 – spiegano le sigle – ha messo a dura prova le organizzazioni e le gestioni dei sistemi di Emergenza Urgenza d’Italia, soprattutto nei territori dove il suo impatto è stato particolarmente pesante, evidenziando come le peculiarità gestionali e tecnologiche del Sistema di Emergenza e Urgenza PreOspedaliero dei Sistemi Sanitari Regionali più colpiti dalla prima ondata pandemica hanno potuto giovarsi di un’organizzazione che ha consentito di farvi fronte in modo esemplare, mentre dai corrispondenti Sistemi delle Regioni che all’epoca di marzo e aprile ne furono risparmiate, e che invece oggi sono anch’essi chiamate ad arginare la seconda ondata, giungono già segnali di alcune criticità con numeri di pazienti da ospedalizzare, per fortuna, al momento sensibilmente inferiori. La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza, soprattutto, come sia non più differibile la necessità di dotare tutto il SET118 italiano della capacità di dare risposte più omogenee e di maggior qualità ai cittadini di tutte le regioni, che devono essere ben più qualificate di quelle che è chiamato a fornire il Servizio di Continuità Assistenziale a carico della cosiddetta Guardia Medica, della quale in troppe e vaste zone del Paese, per le stesse professionalità sanitarie impiegate, il SET 118 è di fatto poco più di una fotocopia».
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