Lavoro e Professioni 9 Gennaio 2018 18:44

Caso Ripa di Meana, le differenze tra sedazione profonda e eutanasia

Il videotestamento della contessa ha riportato in primo piano la questione. Per l’anestesista Luciano Orsi la scelta rientra pienamente nell’ambito delle cure palliative, disciplinate dalla legge 38 del 2010

di Giovanni Cedrone

La scomparsa di Marina Ripa di Meana e, in particolare, la sua scelta di ricorrere alla sedazione profonda per affrontare gli ultimi giorni di vita, continua a far discutere il mondo accademico e politico.

La contessa, sposata con l’ex ministro Carlo Ripa di Meana, aveva affidato a Maria Antonietta Farina Coscioni le sue ultime volontà, registrate in un videotestamento andato in onda sul Tg5, in cui parlava della sua scelta, giunta dopo aver pensato anche al suicidio assistito in Svizzera, di ricorrere alla sedazione profonda, un messaggio diffuso affinché tutti sappiano «che si può scegliere di tornare alla terra senza ulteriori e inutili sofferenze anche a casa propria o in ospedale». Aveva così parlato di «via italiana» alle cure palliative, una presa di posizione che ha spinto i radicali a presentare un esposto all’Ordine dei medici di Roma. Nel dibattito pubblico è tornato in primo piano il tema della differenza tra sedazione profonda e eutanasia, così come era avvenuto nel febbraio 2017 con il caso di Dino Bettamin, macellaio settantenne di Montebelluna Treviso), affetto da sclerosi laterale amiotrofica dal 2012, che aveva deciso di ricorrere alla sedazione palliativa profonda per restare addormentato fino alla morte.

LEGGI ANCHE: BIOTESTAMENTO, ECCO COSA POTRÀ FARE IL MEDICO SE IL PAZIENTE DECIDE D’INTERROMPERE IL TRATTAMENTO

Oggi sul tema interviene anche la Fondazione Maruzza, da sempre impegnata nella diffusione delle cure palliative, che ricorda come «la loro applicazione sia ancora troppo carente» e che con l’invecchiamento della popolazione «aumenterà l’esigenza di prendersi cura di tutte le persone affette da malattie croniche o   inguaribili e  che si avvicinano alla  fase    finale della loro vita». In realtà in Italia, ormai da diversa tempo, una legge c’è. E’ infatti la legge 38 del 2010 a disciplinare la materie delle cure palliative, anche se non parla espressamente di sedazione profonda.

«Sancisce che le cure palliative, ormai entrate di fatto nei Lea, i  livelli essenziali di assistenza, sono un diritto del cittadino – spiega Luciano Orsi, anestesista rianimatore e palliativista, vicepresidente della Società Italiana di cure palliative –  Ciò vuol     dire che tutte le procedure terapeutiche che rientrano in questa categoria, compresa la sedazione profonda, sono lecite dal punto di vista legale, giuridico e deontologico».

Orsi sottolinea che «la decisione finale è condivisa tra un paziente cosciente e in grado di relazionarsi, che deve dare  il proprio consenso, e il gruppo di medici, infermieri e psicologi che si occupa del trattamento palliativo. Tutte le ricerche scientifiche in merito hanno ampiamente dimostrato – conclude – che la sedazione palliativa profonda, a differenza dell’eutanasia, non  anticipa né accelera la morte. Al massimo, può solo allungare i tempi di sopravvivenza, non certo accorciarli».

Articoli correlati
La storia di Elena ci suggerisce che le cure palliative ancora devono affermarsi nella pratica clinica quotidiana
Di Bruno Nicora, Medico palliativista
di Bruno Nicora, Medico palliativista
Cure palliative: solo 1 paziente con ictus su 5 riceve consultazione
Rosaria Alvaro (SISI): «Necessaria maggiore cultura di questi trattamenti». Con il nuovo corso Consulcesi Club i camici bianchi ampliano il loro sguardo su cure palliative
Fine vita, Confad: «Lo Stato deve garantire il sostegno in tutte le fasi della malattia, non solo nella fase terminale»
La Confederazione nazionale delle famiglie con disabilità è critica sulla legge approvata alla Camera: «In uno Stato di diritto non è accettabile promuovere il diritto alla morte assistita come a una conquista di civiltà, se ciò elude il pieno esercizio del diritto a una buona-vita»
Fine vita: via libera alla Camera. Ora serve il sì del Senato
Il disegno di legge sul fine vita è stato approvato alla Camera. Ora spetterà al Senato esprimersi
Si vive di più ma si muore male, nuovo report boccia cure palliative
Un report pubblicato su The Lancet ha concluso che i sistemi sanitari di tutto il mondo fanno troppo per prolungare la vita delle persone e fanno troppo poco per rendere la morte meno dolorosa. Questa carenza di attenzione verso le cure palliative sarebbe la causa di molte sofferenze
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...