Le Regioni hanno accolto le proposte della Federazione: fabbisogno formativo, specializzazioni e contratto i temi discussi
Specializzazioni infermieristiche, carenze di organico e la necessità di rivedere il corpo docenti universitario «perché a formare gli infermieri siano gli infermieri». Questi i temi al centro dell’incontro tra i vertici della Federazione nazionale degli Ordini della professione infermieristica, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, il Coordinatore della Commissione Salute Raffaele Donini e il responsabile per le Regioni del Comitato di settore Davide Caparini. «Le Regioni – comunica la Fnopi in una nota – hanno dato la loro disponibilità e hanno accolto le proposte della Federazione».
«I responsabili delle Regioni – ha spiegato la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli – hanno dimostrato particolare attenzione e condivisione nei nostri confronti e ora si darà il via a una serie di incontri per la definizione delle singole problematiche».
«Oggi la professione infermieristica che negli Atenei è la più numerosa ha un numero troppo basso di docenti-infermieri – fa sapere la Fnopi -. In attesa che si provveda tramite legge dello Stato è possibile pensare di strutturare il corpo docenti nel sistema universitario per l’insegnamento ai corsi delle professioni sanitarie che sono quelli con il maggior numero di iscritti rilevando a oggi un rapporto docente/studenti di circa di 1:1.350 (verso, ad esempio un rapporto di 1:6 per il CdS in Odontoiatria)».
«Per quanto riguarda la carenza – prosegue la Fnopi – grazie anche al Recovery Plan che stanzia risorse importanti proprio per implementare le cure di prossimità e che fa esplicito riferimento a strutture come gli ospedali di comunità a gestione infermieristica o alle Case di comunità dove gli infermieri hanno notevole peso e anche alle centrali operative territoriali, il Governo – con lo stimolo delle Regioni – può introdurre tutte le misure per potenziare gli organici infermieristici e per stabilizzarne l’inquadramento contrattuale. Oggi la media degli infermieri per mille abitanti è di circa 5,7, mentre nei paesi dell’OCSE supera 8,5».
«Le leve su cui agire per l’implementazione degli organici sono quelle della rideterminazione del fabbisogno formativo – che già per il prossimo anno accademico le stesse Regioni hanno indicato più alto dei posti messi a bando dal MUR di quasi 7mila unità – la ridefinizione dello staffing (organizzazione del personale) con standard adeguati».
«E un occhio particolare – conclude la Fnopi – ci vorrà nel contratto dove Comitato di settore e sindacati dovranno trovare le giuste strade per implementare e dare risposte alle varie previsioni che incidono sulla progressione di carriera e sulla retribuzione».
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