La norma voluta dal governo permetterà a chi ha iniziato a lavorare dal 1996 di poter guadagnare anni di contribuzione pagando 5240 euro per ogni anno di studio. «Dobbiamo capire perché universitari, magistrati e altri vogliono restare al lavoro fino a 80 anni e invece molti medici vogliono fuggire», sottolinea il segretario generale della Cosmed
Le nuove norme per il riscatto della laurea potrebbero rappresentare un importante strumento per molti medici e operatori sanitari per programmare un ritiro dal lavoro in tempi congrui e dignitosi, sempre ammesso che le regole non subiscano ulteriori cambiamenti nei prossimi mesi o anni. Manca ancora il decreto di conversione ma la norma è legge già dal 29 gennaio 2019. La cifra fatidica è quella di 5240 euro all’anno: questo è infatti quanto si dovrà versare per ogni anno di studio per guadagnare anni di anzianità pensionistica. Nel frattempo è stata accolta la richiesta Cosmed di poter chiedere il riscatto agevolato della laurea senza limite di età, mentre nel testo originale tale facoltà era possibile solo fino al compimento del 45° anno di età. Tuttavia resta il limite secondo il quale il riscatto agevolato interessa solo i periodi a partire dal primo gennaio 1996 ovvero all’interno del sistema contributivo. «In pratica – spiega una nota Cosmed – i nati a partire dal 1977 e successivi che hanno iniziato il corso di laurea nel novembre 1996 potranno riscattare tutti i 6 anni in regime agevolato. I nati in precedenza che hanno iniziato il corso di laurea prima dell’1.1.1996 potranno riscattare in forma agevolata una parte del corso di laurea ma, come chiarito, potranno riscattare a tariffa piena la parte ante 1996».
L’Inps con una circolare ha chiarito alcuni aspetti, non di poco conto: non solo il consistente risparmio rispetto alla vecchia norma che prevedeva il 33% della retribuzione annua, ma anche il fatto che sono riscattabili con agevolazione tutti i periodi successivi al 31 dicembre 1995. Inoltre il riscatto agevolato non inibisce ulteriori riscatti in futuro. Naturalmente il riscatto agevolato permette di guadagnare anni di contribuzione ma, come ha sottolineato il sindacato Anaao in una nota, non è indifferente ai fini della futura pensione versare circa 30mila euro o circa 120mila: il sistema contributivo infatti restituisce in proporzione a quanto versato, dunque chi più versa più avrà. Tuttavia dal punto di vista dell’anzianità i due riscatti sono equipollenti in quanto entrambi consentono di incrementarla di tanti anni quanti sono stati quelli riscattati. «Noi abbiamo chiesto che non venga limitato a chi ha 45 anni, ma che il limite venga portato almeno a 50 anni – spiega a Sanità Informazione il segretario generale Cosmed e Vice segretario Anaao – Assomed Giorgio Cavallero – Oggi come oggi il riscatto della laurea costa 20mila euro all’anno, anziché 5mila, molti non ce la fanno. Quindi usare il riscatto agevolato è una buona idea che consente di anticipare l’età pensionabile e programmare un’uscita dal lavoro che non sia intorno ai 70 anni».
Dottor Cavallero, il riscatto di laurea è una possibilità per i lavoratori, compresi gli operatori sanitari, per raggiungere prima la pensione. Le nuove norme che il governo sta introducendo sono vantaggiose o no?
«Assolutamente sì. Perché se un medico che inizia a lavorare a trent’anni non riscatta la laurea, i 38 anni della quota 100 (se verrà prorogata) ma anche i 42 anni, li raggiunge oltre i 67 anni. Quindi è del tutto evidente che, per chi ha una carriera lunga e vuole assicurarsi la possibilità di andare in pensione ad una età non troppo tarda, il riscatto della laurea è importante. Noi abbiamo chiesto che non venga limitato a chi ha 45 anni, ma che il limite venga portato almeno a 50 anni perché è un riscatto agevolato che costa 5240 euro (nel frattempo il limite di età è stato cancellato, ndr). Oggi come oggi il riscatto della laurea costa 20mila euro all’anno, anziché 5mila, molti non ce la fanno. Quindi usare il riscatto agevolato è una buona idea che consente di anticipare l’età pensionabile e programmare un’uscita dal lavoro che non sia intorno ai 70 anni. Molto importante soprattutto per i medici».
Facciamo chiarezza per i medici che ci leggono?
«Il riscatto agevolato è sostanzialmente per Inps, tuttavia chi ha un contributo Inps e sta in Enpam, lo può anche fare, è stato chiarito recentemente nella circolare 36».
Il combinato Quota 100 e riscatto di laurea non rischia di mandare in pensione un numero enorme di medici?
«Il fatto che vanno via 30mila medici è legato all’età anagrafica. Quindi la quota 100 non fa che peggiorare una condizione già di per se drammatica. Sono pochi quelli che in forza solo della quota 100 vanno via prima e comunque andrebbero via dopo un anno, dopo due. Quindi quota 100 aggrava il problema, ma il problema è che dobbiamo capire perché universitari, magistrati e altri vogliono restare al lavoro fino a 80 anni e invece molti medici vogliono fuggire. Il motivo è che occorre in Italia un progetto di accompagnamento alla pensione, in maniera che uno non passi più da tutto a nulla ma possa graduare, togliendo le guardie, ad una certa età, riducendo l’orario di lavoro, favorendo il part time, in maniera che uno possa gradualmente uscire dal mondo del lavoro. Questo è quello che serve più che una riforma dei numeri. Perché io credo che se messa in condizione di lavorare la gente possa stare anche fino a 65-67 tranquillamente e con una discreta soddisfazione lavorativa».