«La pandemia ha scaldato i motori dell’innovazione, ora sotto con la sfida del PNRR»
I fondi del PNRR per la digitalizzazione in sanità? Una sfida portare avanti con forza e determinazione, soprattutto in una Regione “difficile” come la Campania, fucina di progetti e recenti successi in materia di sanità digitale ma che ancora sconta il giogo di anni di commissariamento. Questo il leitmotiv che ha scandito, nella giornata di ieri, la III edizione del Campania Digital Summit, organizzata da The Innovation Group in collaborazione con la Regione Campania, la Fondazione Idis-Città della Scienza e il Gruppo Maggioli, nell’ambito del Digital Italy Program 2022. L’evento, che ha avuto luogo presso il Centro Congressi Città della Scienza a Napoli, ha affrontato le principali iniziative in corso nella Regione Campania e nei sistemi territoriali per lo sviluppo delle infrastrutture digitali, per favorire la crescita digitale delle imprese e per il miglioramento della qualità della partecipazione e dei servizi ai cittadini, attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa. Al settore della Sanità è stato riservato un apposito panel che ha ospitato i principali stakeholder del comparto sanitario campano coinvolti nei processi di sviluppo e implementazione digitale.
Tanti gli interrogativi, altrettante le risposte. Come fare in modo che il PNRR non si trasformi, da grande opportunità, a “patata bollente”? Gli obiettivi centrati durante la pandemia, a livello regionale e locale, sono stati numerosi e importanti, ma ora è il momento di alzare ancora di più l’asticella e continuare un percorso virtuoso superando alcuni gap e “resistenze” ancora presenti.
«Investire nella digitalizzazione è l’unica via per assicurare una corretta gestione quotidiana degli investimenti in nuove strutture e servizi, che rischierebbero altrimenti di restare cattedrali nel deserto – afferma Ettore Cinque, Assessore Bilancio e Finanziamento Servizio Sanitario Regionale -. Non solo: investire nella digitalizzazione significa migliorare il servizio reso al cittadino, con costi minori. Le strategie elaborate in era pre-Covid – prosegue l’assessore – una fra tutte la piattaforma Sinfonia (il sistema informativo sanitario regionale, n.d.r.) ci hanno permesso di gestire ed organizzare eventi “inattesi” come la campagna vaccinale anti-Covid in maniera efficace: un punto di partenza incoraggiante per il futuro, sui cui però c’è ancora tanto da fare».
«La nostra azienda – spiega Alessandro Di Bello, direttore generale SORESA (Società Regionale per la Sanità) – opera in senso binario, tale da supportare il raggiungimento di obiettivi sia dal lato del cittadino, che dal lato della Regione, facendo sì che il primo sia realmente al centro del sistema. Oggi le sfide principali riguardano il monitoraggio, la governance e la certificazione del dato, per vincere le quali occorre una nuova strategia digitale che miri non solo alla realizzazione di nuovi sistemi informativi, ma in primis alla definizione dei processi che ne sono alla base. Per cosa passa la digital transformation? Sicuramente – afferma il dg SORESA – attraverso il fascicolo sanitario elettronico e la telemedicina, e proprio su quest’ultima, nonostante la mole di lavoro ancora da portare a termine, siamo particolarmente avanti. Il PNRR sarà linfa vitale sugli obiettivi futuri nell’ambito della digitalizzazione. Siamo in partenza con il CUP per i privati accreditati e con il risk management in sanità, ma la vera novità – sottolinea – riguarderà la gestione del dato, la cui finalità sarà migliorare e ampliare l’offerta al cittadino, la riduzione del rischio clinico e la contestuale riduzione della migrazione sanitaria».
«Tenendo sempre ben a mente i concetti di visione e programmazione, a distanza di tre anni dall’avvento della pandemia possiamo dire di esserci ben adeguati alle indizioni regionali – osserva Ciro Verdoliva, direttore Generale Asl Napoli 1 Centro -. Ora ci affacciamo al PNRR con la sfida della telemedicina, ma per farlo al meglio dovremo una volta per tutte adeguare le capacità di utilizzo del sistema, o rischiamo di restare al palo. È vero, telemedicina ne facciamo già da tempo e con buoni risultati, ma il PNRR richiede e impone un vero cambio di passo, fornendoci le risorse economiche necessario per compierlo. Il gap di competenze in ambito digitale – conclude – è ad oggi l’ostacolo principale tra l’impiego di risorse ed il loro utilizzo, un gap che è nostra intenzione colmare».
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