Ai microfoni di Sanità Informazione, il consulente fiscale Giampiero Pantano spiega come risparmiare fino al 30% per le cartelle ricevute tra il 2000 e il 2016: «Attivata partnership con Consulcesi per aiutare gli operatori sanitari a districarsi in queste pratiche così complesse»
Mancano pochi giorni al termine ultimo per presentare richiesta per la rottamazione delle cartelle di Equitalia. La scadenza, in un primo momento prevista per il 31 marzo, è stata prorogata al 21 aprile. Qualunque medico che abbia ricevuto una cartella esattoriale tra il 2000 e il 31 dicembre 2016 può aderire per vedersi eliminata una somma che può anche superare il 30% dell’importo complessivo, risparmiando su sanzioni e interessi di mora. La materia, però, è più complessa di quel che può sembrare. Per questo abbiamo intervistato Giampiero Pantano, consulente fiscale che in partnership con Consulcesi si occupa proprio della rottamazione delle cartelle per i professionisti sanitari.
Dottor Pantano, il personale medico sanitario ha fino al 21 aprile per rottamare le cartelle Equitalia. Come funziona il tutto?
«Va presentata un’istanza all’agente della riscossione chiedendo di aderire a questa sanatoria per tutte o anche solo per alcune delle cartelle che si hanno in carico. Una volta presentata questa istanza, Equitalia ha di tempo fino al 31 maggio per dare una risposta, in cui sono contenute sia la quantificazione delle somme da pagare che il piano delle scadenze. È possibile infatti scegliere se pagare la somma in un’unica soluzione o in cinque rate, con un piano di ammortamento che verrà fornito dalla stessa Equitalia».
Quanto si può risparmiare, aderendo alla rottamazione?
«In media possiamo parlare di un 30% per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate. Questa somma corrisponde alle sanzioni richieste dall’Agenzia stessa sugli omessi versamenti. In aggiunta, si risparmieranno anche gli interessi di mora, che non saranno più esigibili da Equitalia».
A livello pratico, cosa deve fare un medico che intende aderire alla rottamazione delle cartelle?
«Il medico deve innanzitutto avere contezza del proprio debito, ovvero delle cartelle esattoriali che gli sono state recapitate tra il 2000 e il 2016. Noi consigliamo l’acquisizione di un documento denominato “estratto del debito”, rilasciato dall’agente della riscossione, che certifica tutti i carichi esattoriali che sono pendenti per quella determinata persona. In questo senso, abbiamo attivato una partnership con Consulcesi per affrontare questo tipo di pratiche, che spesso non sono di semplice gestione. È dunque meglio rivolgersi agli addetti ai lavori e, in questo caso, ad una realtà come Consulcesi che assiste i medici da anni. In questo modo il tutto può essere maggiormente efficace».