Intervista al presidente di Federanziani, Roberto Messina: «Impatto economico insostenibile per la sanità, il futuro è la telemedicina. Apple, Windows e Google pronti a investire oltre 20 miliardi in Italia sulla e-health»
Formazione ed innovazione. Sono queste le armi da mettere in campo per affrontare il fenomeno del costante aumento dell’età media della popolazione ed il suo impatto economico sul Ssn.
Il tema è stato al centro del dibattito del convegno dal titolo “I percorsi cardiologici per il paziente anziano: la sfida del III Millennio”, svoltosi nei giorni scorsi presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” – Sala degli Atti Parlamentari “. Nel corso del convegno, organizzato dalla Onlus “Lazio Salute e Sanità per l’Eccellenza“, promosso e moderato dal dottor Stefano De Lillo, si sono registrati autorevoli interventi da parte dei numerosi relatori che hanno partecipato, tra cui, considerando il tema, di particolare rilevanza la posizione di Federanziani, che attraverso il presidente Roberto Messina ha posto l’accento sulle strategie di intervento.
«Sicuramente il fenomeno della longevità di massa è un processo inarrestabile, ma anche allarmante. Anzi, – afferma il presidente di Federanziani – se non lo si prenderà seriamente in considerazione sarà uno tsunami che nessun governo e nessuna Regione sarà in grado di sostenerne l’impatto economico. Occorre, negli scenari complessi cui assisteremo nei prossimi anni, che i decisori pongano in essere soluzioni concrete. Sicuramente il modello attuale è obsoleto e dobbiamo pensarne di nuovi. Gli unici modelli sostenibili ed economici saranno quelli della telemedicina che permetteranno agli ospedali di tenere sotto stretto controllo i pazienti nei loro territori e nelle loro abitazioni e chiamarli nei momenti opportuni».
Una sostenibilità del servizio sanitario che guarda al fenomeno dell’aumentata longevità e attinge a piene mani dalle nuove tecnologie nel campo della formazione, per gestire al meglio la situazione.
«Non solo. Ci sono nel mondo 286 miliardi di dollari a disposizione per la formazione e per la e-health, e per l’Italia da qui ai prossimi venticinque anni ne sono stati destinati ben 23 miliardi dai big del settore: Apple, Windows, Google, e tutti gli altri big del settore. Dobbiamo utilizzare questi fondi per la formazione e per fare innovazione. Soltanto questi due fattori renderanno un connubio così corretto da consentire un risparmio allo Stato ed un aumento di quel livello di professionalità, che permetterà di riportarci sempre più ai primi livelli dei sistemi sanitari nazionali».