La lettera è stata inviata, tra gli altri, anche al Presidente della Repubblica Mattarella, alla Presidente del Consiglio Meloni e al Ministro della Salute Schillaci
«Illustrissimi, abbiamo deciso di scriverVi questa sofferta Lettera Appello perché riteniamo sia diventato un nostro dovere etico a fronte dell’aumento del disagio mentale nel nostro Paese, in particolare degli adolescenti, senza più possibilità di adeguate risposte da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Le condizioni drammatiche nelle quali stiamo sempre più scivolando consentono ai DSM di erogare ormai con estrema difficoltà le prestazioni che, invece, dovrebbero essere garantite dai Livelli Essenziali di Assistenza». Comincia così la lettera firmata da 91 direttori dei Dipartimenti di salute mentale italiani, indirizzata ai vertici delle istituzioni del nostro Paese.
La lettera è stata indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro della Salute Orazio Schillaci, al Presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana, al Presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa, al Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati Ugo Cappellacci, al Presidente della Commissione Affari sociali, sanità lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato della Repubblica Francesco Zaffini, al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Massimiliano Fedriga e al Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Raffaele Donini.
«Una situazione – si può leggere ancora – che si è aggravata con la pandemia e con le problematiche sociali ed economiche. C’è bisogno di iniziative concrete ed immediate per ricucire la rete pubblica dei DSM, sempre più sfilacciata, anche con un rilancio al loro interno dei percorsi psicologicopsicoterapeutici, per realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali».
Per questi motivi, i direttori dei DSM chiedono «di avviare un percorso concreto vincolando risorse definite per i servizi pubblici dei DSM, consentendo alle Regioni di attuare fin dal 2023 un piano straordinario di assunzioni, secondo gli standard per l’assistenza territoriale dei servizi di salute mentale definiti proprio pochi giorni fa dall’Age.na.s.».
Si tratterebbe, stando a quanto scritto, «di destinare, al massimo in un triennio, oltre 2 miliardi al fine di raggiungere l’obbiettivo minimo del 5% del fondo sanitario per la salute mentale, come da impegno dei Presidenti delle Regioni nel 2001, richiamato anche dalla recente sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2022».
In conclusione, i direttori dei DSM chiedono un intervento delle istituzioni a cui è stato rivolto l’appello affinché il loro «grido di allarme sia accolto, a tutela di milioni di cittadini con disagio mentale e dei loro familiari«.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato