Ancora a mani vuote le vittime del Salvabanche: scaduti i termini previsti dalla Legge di Stabilità per emanare i decreti attuativi per irimborsi e per rendere più capiente il fondo per i risarcimenti. Il viceministro all’Economia Enrico Morando si è limitato ad assicurare che si «sta lavorando per ottenere un allargamento delle maglie», ma ha […]
Ancora a mani vuote le vittime del Salvabanche: scaduti i termini previsti dalla Legge di Stabilità per emanare i decreti attuativi per irimborsi e per rendere più capiente il fondo per i risarcimenti.
Il viceministro all’Economia Enrico Morando si è limitato ad assicurare che si «sta lavorando per ottenere un allargamento delle maglie», ma ha anche ricordato che il nodo resta l’intesa con l’Ue senza scivolare negli aiuti di Stato. Chi ha perso i risparmi di una vita deve ancora attendere e sperare. Ma ovviamente non lo fa con le mani in mano. Continuano le manifestazione di piazza, ma aumentano i ricorsi ai tribunali, che riguardano anche altre numerose irregolarità: da quelle sui mutui usurari all’anatocismo bancario.
Proprio su quest’ultimo fronte il recente emendamento di Sergio Boccadutri (deputato del Pd) all’articolo 17 del disegno di legge di conversione del decreto sul credito cooperativo, approvato in Commissione Finanze, ha vietato il calcolo trimestrale degli interessi passivi su fidi, conti in rosso e finanziamenti, ma rinviandoli al 31 dicembre di ogni anno ha in sostanza dato maggior forza alle banche nei confronti dei correntisti più deboli. La norma, infatti, prevede l’addebito degli interessi il successivo primo marzo e se a questa data non ci fossero fondi a sufficienza sul conto corrente, gli interessi non pagati sarebbero capitalizzati, ovvero l’anno successivo ci si dovrebbero pagare ulteriori interessi (quindi di nuovoanatocismo bancario).
Il provvedimento è stato fortemente criticato dal M5S, che continua a tenere una linea dura sulla politica del governo Renzi su tutte le questioni relative alle banche sia in Parlamento sia appoggiando tutte le proteste. Riguardo i correntisti che avevano acquistato obbligazioni subordinate e hanno visto azzerare tutti i loro risparmi, secondo il deputato del Movimento Cinque Stelle, Alessandro Di Battista: «I dividendi Bankitalia non li deve dare alle banche private ma a questi risparmiatori e vanno separate una volta per tutte le banche d’investimento, le banche commerciali, dalle banche di risparmio. Se io sono un cittadino e metto i miei soldi in una banca so che quella banca fa delle attività di prestito alle imprese, di sostegno alle famiglie sul territorio, fa la banca. Se invece fa operazioni speculative oppure presta soldi ad amici degli amici sapendo che non vengono restituiti e poi fallisce, ma che è colpa del cittadino? È colpa sempre dell’assenza di controllo da parte della politica, della Consob, di Bankitalia».