60 quiz di logica, comprensione del testo in inglese, biologia, chimica, fisica e matematica da risolvere in 60 minuti. Il nuovo corso dei test di medicina è partito in salita per gli studenti. Nessuna irregolarità denunciata e tanta determinazione. Presenti i consulenti legali di Consulcesi che ogni anno aiutano con i ricorsi 18 mila studenti ad immatricolarsi
Sessanta domande in sessanta minuti per inseguire il sogno di diventare medico. Con la tre giorni dell’università Vita Salute del San Raffaele è ufficialmente partita la corsa al camice bianco a Roma e Milano. Ogni anno il test vede impegnati migliaia di giovani per mesi a preparare un esame a quiz a risposta multipla discusso e discutibile al punto che quest’anno il Ministro dell’Università Maria Cristina Messa ha promesso di cambiare. In attesa, dunque, della nuova formula le università private hanno iniziato a scaldare i motori con un esame che ha messo di fronte migliaia di ragazzi a domande di logica, comprensione del testo, biologia, chimica, fisica e matematica.
In crescita il numero delle ragazze che scelgono questo percorso universitario e tra le professioni sanitarie boom di richieste per fisioterapia. La pandemia, che aveva spinto molti ragazzi lo scorso anno ad avvicinarsi alle professioni sanitarie, non sembra più essere il motivo di una scelta che ha invece origini più lontane, come nel caso di Jessica che ci confida di voler fare l’infermiera da quando era alle scuole elementari. Anche Roberta, prima a completare il test con largo anticipo sui partecipanti, ammette di voler raggiugere il suo obiettivo ad ogni costo, ma di puntare preferibilmente ad una facoltà statale. Per molti il test è dunque un banco di prova per prendere le misure ad un esame che, nonostante i cambiamenti annunciati, non sembra essere diverso da quello dello scorso anno, anzi più difficile perché concentrato in minor tempo, come racconta Leonardo. Ad aver creato più problemi le domande di fisica e chimica, mentre per Gabriele i quesiti di logica sono stati particolarmente insidiosi con qualche trabocchetto, così come la comprensione del testo in inglese.
Sono 552 i posti disponibili per il corso di laurea in Medicina e chirurgia, 60 per odontoiatria, 250 posti in pallio per le professioni sanitarie suddivisi in 140 per infermieristica, 40 fisioterapia, 40 per igiene dentale e 30 per ostetricia. All’uscita i ragazzi raccontano di un esame difficile, ma non impossibile. Unico vero nemico da battere il tempo come hanno evidenziato Valentina, Chiara e Costanza impegnate nel test d’ingresso a medicina.
Nessuna irregolarità apparente, e grande motivazione per tutti con la convinzione di voler superare il test in questa o in altre facoltà. Un traguardo che grazie ai consulenti legali di Consulcesi può essere più vicino come ha raccontato a Sanità Informazione Francesco Giordano «Da 25 anni siamo sempre presenti nelle facoltà pubbliche e private quando ci sono i test di ingresso a medicina e per le professioni sanitarie per raccogliere a caldo tutte le segnalazioni che arrivano direttamente dagli studenti – racconta il consulente legale di Consulcesi -. Ogni anno si stima che a provare il test siano circa cento mila studenti tra università pubbliche e private. Noi abbiamo anche istituito per loro un numero verde dedicato dove segnalare le irregolarità che si manifestano in questi appuntamenti e, là dove ci sono i presupposti, consigliamo un iter legale. Si stima che ogni anno ci siano circa 18 mila ricorrenti. Noi ci avvaliamo del massimo esperto in materia che è l’avvocato Marco Tortorella che ha permesso, grazie al suo lavoro, di immatricolare migliaia di ragazzi a medicina. La sentenza più recente risale al maggio 2021 quando il Consiglio di Stato, al di là delle irregolarità presentate e confermate, ha affermato che il vero problema sono i numeri a disposizione dai vari atenei che sono nettamente inferiori al fabbisogno».
Anche a Roma, in una delle giornate dedicate, entrano negli ambienti dell’Atrak Solutions circa 150 candidati provenienti da tutta Italia. I ragazzi hanno commentato il test con fiducia. Le domande di biologia sembravano più semplici rispetto a quelle di inglese, mentre quelle di logica sono state considerate adeguate alla prova. In molti hanno spiegato di essere lì per mettersi alla prova per il test statale del prossimo settembre, anche regolando i propri stati d’animo.
Fare il medico è per tutti un sogno da inseguire, ma le motivazioni alla base sono diverse. Molti ci raccontano di voler proseguire il cammino dei loro genitori, altri di voler indagare un campo della medicina ancora tralasciato. Una ci racconta della sua lotta contro l’asma e di come si sia “innamorata” del mestiere della dottoressa che l’ha curata. Un’altra ci dice «ho avuto problemi in famiglia, vorrei poter aiutare anche loro». Per tutti il mestiere resta una grande missione.
Il grande nemico, come ogni anno, è il numero chiuso. Tutti i candidati riferiscono di preferire un ingresso libero, magari «con un esame di sbarramento dopo il primo anno», oppure lasciando che si operi una «selezione naturale». «Da solo il numero chiuso – ci spiega uno di loro – ottiene solo di far fuggire i medici all’estero, ed è un peccato perché la pandemia ci ha dimostrato quanto ne abbiamo bisogno».
La ministra Messa ha proposto per questo una nuova soluzione: addio alla cultura generale e un test TOLC (con possibilità di rifarlo più volte e scegliere il punteggio migliore). Molta curiosità dai ragazzi di tutta Italia, qualcuna ricca di fiducia: «Lo trovo giusto, la cultura generale era imprevedibile e influenzava troppo il risultato del test. Preferisco più domande di argomenti che ho effettivamente studiato». Altre meno: «Mi fido ma non mi fido, tutte le volte che vengono annunciate grandi modifiche poi non succede mai che ci siano davvero. Voglio prima vederlo e verificare che sia davvero una cosa buona».
Una di loro sottolinea: «Il fatto che sia un TOLC permetterà sicuramente a tutti di fare punteggi migliori, quindi il livello sarà sicuramente più alto così come il punteggio minimo. Il che non è un male ma lo renderà più competitivo».
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