Nel pacchetto anche il riconoscimento della specificità e dell’alta professionalizzazione dell’area medica rispetto agli altri settori della pubblica amministrazione, configurando un contratto collettivo diverso da quelli del personale dei ministeri, degli enti locali o altri comparti della PA. Quici: «Vogliamo rilanciare il dibattito sul tema della rappresentanza»
È una proposta destinata a far discutere quella lanciata oggi dal sindacato CIMO e che ha come orizzonte gli Stati Generali della Professione Medica lanciati dalla FNOMCeO e in programma in autunno. Obiettivo rivoluzionare la governance delle relazioni sindacali nella sanità per riformare il meccanismo della rappresentanza e rappresentatività e per renderlo più efficiente, economico, capace di valorizzare le specificità del comparto medico e accompagnare l’integrazione tra ospedale e territorio. Un intervento che va letto anche nel quadro delle difficoltà del rinnovo del contratto della dirigenza medica, una trattativa partita a febbraio e che è ancora lontana dalla conclusione e su cui la stessa CIMO ha annunciato che non farà sconti.
Quattro i punti qualificanti: passaggio di tutto il personale della sanità alle dirette dipendenze del Ministero della Salute (fatta salva la dipendenza dalle Regioni per tutti gli aspetti contrattuali presenti nell’attuale ordinamento), costituzione di un’agenzia unica quale controparte per la contrattazione, sia per i medici dipendenti che della convenzione; individuazione di alcuni istituti comuni alle due categorie da trattare allo stesso tavolo negoziale; riconoscimento delle specificità della professione medica nel contratto della PA.
«È il momento di affrontare con atteggiamento propositivo e oltre gli steccati tradizionali i malfunzionamenti del nostro settore e di stimolare soluzioni con l’obiettivo di migliorare il sistema per tutti gli attori coinvolti – spiega Guido Quici, Presidente Nazionale CIMO – La nostra è una iniziativa che può rilanciare il dibattito sui temi cruciali della rappresentanza, rappresentatività e diritti sindacali nell’area della sanità ma che diventa un’urgenza di fronte all’ormai imbarazzante impasse al tavolo contrattuale della dirigenza medica sanitaria dopo nove anni di attesa».
Ecco nel dettaglio le proposte di CIMO: