«Servono 4mila contratti di specializzazione in più per coprire tra 5 anni il minimo del fabbisogno di Medici specializzati, eppure il Ministro Grillo ne ha ottenuti solo 900 dal Governo», sottolinea il segretario della Fp Cgil Medici
«Medici pensionati richiamati in servizio, medici militari utilizzati nelle corsie di ospedali ‘civili’. Le gravi carenze di personale specializzato, che si protraggono da tempo, rendono ogni giorno di più drammatica la situazione nei servizi di emergenza-urgenza negli ospedali di tutto il territorio nazionale». A denunciarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, nel rilanciare la presenza in piazza della categoria il prossimo 8 giugno a Roma «contro l’incapacità di questo governo di far fronte all’emergenza Sanità, in difesa del diritto alla salute della cittadinanza: ci saremo, camici bianchi, in mezzo ad un fiume di bandiere colorate».
Nel dettaglio, osserva Filippi, «in assenza di un intervento strutturale del Governo per superare in modo definitivo la mancanza di medici, tutte le Regioni stanno correndo ai ripari con i più ‘disperati’ provvedimenti: in Piemonte si inseriscono nei Pronto Soccorso i medici di famiglia, in Toscana si ricorre a quelli senza specializzazione a danno di coloro che nel frattempo si stanno specializzando, fino ad interventi sicuramente più critici come quello di far tornare i pensionati, oggi proposto anche dalla Liguria dopo il Veneto, o quello allarmate di chiamare l’esercito come in Molise».
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Per Filippi, «con il Governo del cambiamento la situazione in Sanità sta drammaticamente precipitando: serve un piano di reclutamento di personale straordinario, ma al di là dei proclami il ministro Bongiorno continua a rimandare. Servono 4mila contratti di specializzazione in più per coprire tra 5 anni il minimo del fabbisogno di Medici specializzati, eppure il Ministro Grillo ne ha ottenuti solo 900 dal Governo; così come il Fondo sanitario nazionale oggi è bloccato dalle politiche di governo che vedono nei servizi pubblici una spesa e non una risorsa».
La situazione, osserva il dirigente sindacale, «è davvero insostenibile, i turni di lavoro sono massacranti, il diritto alle ferie e alla malattia stanno diventando un miraggio, i professionisti sono mortificati per la campagna denigratoria che si perpetua da anni e che oggi è sicuramente una delle cause delle continue aggressioni a danno degli operatori sanitari che si consumano negli Ospedali e nel Territorio. Per questo l’8 giugno noi medici e dirigenti sanitari della Funzione Pubblica Cgil saremo in piazza per la grande manifestare indetta da Cgil Cisl e Uil, perché senza servizi pubblici non c’è futuro», conclude Filippi.