Le Federazioni delle professioni socio-sanitarie, insieme al CNOAS, hanno sottoscritto un documento contro i comportamenti antiscientifici dei sanitari. Il consigliere nazionale FNOPI: «La nostra Federazione sta monitorando tutti i procedimenti disciplinari attivati per avere un quadro chiaro della situazione»
Infermieri no vax impegnati in comizi pubblici o accaniti utilizzatori dei social network per la divulgazione di fake news. Altri, dotati di fervida fantasia, inventori di tesi sull’utilizzo di cellule di embrioni abortiti per la produzione del vaccino anti-Covid. Atteggiamenti inaccettabili perpetrati non solo dagli infermieri, ma anche da medici e sanitari appartenenti ad altre categorie professionali, che hanno spinto le Federazioni sanitarie (FNOPI, FNOMCeO, FNOPO, FNOVI, FNO TSRM e PSTRP, FNCF, ONB, CNOP) insieme al CNOAS, per oltre un milione e mezzo di iscritti, a sottoscrivere un documento contro i comportamenti antiscientifici.
«Non si tratta esclusivamente di coloro che si oppongono alla vaccinazione contro il Covid-19 – spiega Luigi Pais, consigliere nazionale FNOPI (la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche), che ha partecipato in prima persona alla redazione del documento -, ma di qualsiasi comportamento classificabile come antiscientifico. Un atteggiamento di particolare gravità se si considera che tutti i codici deontologici, di tutte le professioni sanitarie, partono dal medesimo assunto: il professionista sanitario non può rifiutare la scienza. Di conseguenza, qualora maturasse opinioni contrastanti dovrà sempre avvalersi di tesi basate sulla medesima valenza scientifica prima di procedere alla loro divulgazione. Un sanitario che non poggia le sue opinioni su presupposti validati scientificamente è un sanitario che tradisce il proprio codice deontologico».
Le Federazioni degli Ordini delle professioni sanitarie e il Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali hanno costituito un tavolo interfederativo per affrontare il tema delle violazioni deontologiche da parte degli iscritti, configurate da comportamenti manifestatamente antiscientifici, rispetto alla pandemia da SARS-CoV-2 ed al ruolo dei vaccini antivirali. Il documento redatto durante l’incontro dice no ai professionisti sociosanitari che utilizzano i social media o altri canali di comunicazione “per divulgare ideologie antiscientifiche, intervenendo – si legge – senza adeguata cognizione di causa in merito alle evidenze e ad una conoscenza oggettiva dei fenomeni di cui discute”.
«Chiunque divulghi ideologie antiscientifiche – spiega Pais – può e deve essere segnalato all’Ordine di competenza per permettere al suo direttivo di valutare l’apertura di un procedimento disciplinare (con conseguenze di gravità variabile, dalla censura alla radiazione, ndr) o la sua archiviazione. Il testo redatto – aggiunge il consigliere nazionale FNOPI – intende unificare le reazioni delle Federazioni dinanzi a tali comportamenti».
Nel documento si sottolinea la necessità di intervenire “con particolare fermezza e rigore disciplinare, qualora i comportamenti dei professionisti sanitari risultassero non in linea con i propri codici etici e deontologici, e in particolare quando finalizzati a orientare l’opinione pubblica verso convincimenti non basati su presupposti scientifici o in netto contrasto con la tutela della salute individuale e collettiva, particolarmente se gli stessi si fondassero sull’utilizzo strumentale del ruolo di professionista sanitario”.
«Le segnalazioni di comportamenti di questo tipo – sottolinea Pais – sono state purtroppo raccolte dagli Ordini di tutte le professioni sanitarie. Tra gli infermieri la situazione nelle varie regioni italiane appare a macchia di leopardo. Per avere un quadro più chiaro della situazione la FNOPI – conclude il consigliere nazionale – sta monitorando tutti i procedimenti disciplinari attivati, così da poter realizzare, nel breve tempo, una mappatura precisa della situazione».
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