Nuovi richiami da parte di apicali della Sanità e Presidenti degli Ordini sul pressing delle associazioni pazienti. Il Presidente di Consulcesi Massimo Tortorella: «Tema diventato “sexy” anche mediaticamente dopo l’inchiesta di Striscia la Notizia, il mondo medico-sanitario rischia di compromettere la sua eccellenza per una minoranza che non si forma».
«Il rischio sanzioni è davvero dietro l’angolo, ma c’è sia il tempo sia il modo per evitarle». Il tema dell’aggiornamento ECM è di stretta attualità in queste ultime ore, alimentato non solo dalle dichiarazioni dei vertici della sanità italiana ma anche dal mondo dei cittadini/pazienti che chiedono riscontro della formazione dei professionisti a cui dovranno affidare la loro salute. In particolare l’Adiconsum, rivolgendosi direttamente al ministro Speranza, ha parlato di «buona formazione» come antidoto all’escalation di contenziosi dei pazienti nei confronti dei medici, aggiungendo che «è statisticamente provato che un professionista aggiornato è soggetto a meno richieste di risarcimento».
Consulcesi scende in campo al fianco degli operatori sanitari, evidenziando da un lato che «la corposa minoranza che non assolve l’obbligo di legge rischia di screditare l’eccellenza del sistema salute italiano» e dall’altra sposando gli appelli che stanno giungendo da numerosi Presidenti di Ordini a regolare la propria posizione. Da ultimo, tra questi, il Presidente dell’OMCeO Palermo Toti Amato che, rivolgendosi ai colleghi, ha scritto: «alla luce delle sollecitazioni del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, e delle ultime attenzioni sul tema diffuse attraverso la stampa dalle associazioni, in difesa dei pazienti, invito chi non fosse riuscito a completare il percorso formativo necessario, a prendere le necessarie misure, approfittando anche dei sistemi di Formazione a distanza, in modo da evitare le relative sanzioni previste dalla legge e preannunciate dalla stessa Federazione». Un richiamo che giunge dopo quello dei mesi scorsi del Presidente dell’OMCeO Roma, Antonio Magi e alle dichiarazioni registrate al “Forum Risk di Firenze” sia del ministro alla Salute Roberto Speranza («do un grande peso alla formazione continua in medicina e mi impegnerò da ministro a seguire un progetto di riforma di questo settore») sia dello stesso presidente FNOMCeo, Filippo Anelli.
«Ad un mese dalla scadenza del triennio – commenta il Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella – è giustificata la forte attenzione su un tema che ha un grande valore etico, sociale ed anche economico come sa benissimo il ministro Speranza il cui ruolo è di garanzia e rappresentanza non solo degli operatori sanitari ma anche dei cittadini/pazienti e dei provider. Questi ultimi, insieme ai preziosi contenuti per tenere aggiornati i professionisti della sanità, producono anche un contributo al sistema formazione quantificato in almeno 16milioni di euro all’anno con un indotto di oltre 100mila lavoratori diretti e diverse migliaia indiretti». Tortorella evidenzia che la stragrande maggioranza dei medici rappresentati legalmente da Consulcesi, un terzo di quelli italiani, attribuisce un forte valore alla formazione continua ed è soprattutto nei loro confronti che il Sistema ECM deve dare prova di efficienza e virtuosità.
«Dopo la sospensione del medico di Aosta – prosegue Tortorella – l’aggiornamento professionale dei medici è diventato un tema “sexy” per i media: è finito sotto la lente di Striscia la Notizia che, come promesso al Presidente Anelli, ad inizio 2020 tornerà a verificare i numeri dei professionisti in regola e chiederà conto di eventuali sanzioni che ricordiamo vanno dal richiamo fino alla sospensione alla radiazione dell’Albo. Nel frattempo, come di recente affermato dal Presidente Cogeaps Sergio Bovenga sono già partite lettere di richiamo di strutture nei confronti di personale non in regola, istanze di accesso agli atti all’interno di contenziosi e penalizzazioni nei concorsi sempre legate al mancato aggiornamento professionale».
Per questo Consulcesi lancia un appello agli operatori sanitari a mettersi in regola sfruttando, visti anche i tempi stretti, le potenzialità tecnologiche della Formazione a distanza per evitare di incorrere in provvedimenti che penalizzerebbero la carriera professionale e li screditerebbero nei confronti di pazienti sempre più attenti ed esigenti sul tema.