Due mesi al termine della proroga di un anno relativa al triennio 2020-2022. Mangiacavalli (Fnopi): “Anche gli infermieri comprendano che non aver adempiuto all’obbligo formativo nella misura del 70% dei crediti richiesti, significa dare la possibilità alle compagnie di non esercitare la copertura assicurativa”
A ridosso della scadenza dell’anno di proroga concesso agli operatori sanitari per completare il proprio fabbisogno formativo ECM relativo al triennio 2020-2022, sono emerse novità importanti in merito alla formazione continua in medicina. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato in una recente intervista che “non sono previste ulteriori proroghe” e ha garantito l’adozione di tutte le misure necessarie per incentivare i professionisti del settore a partecipare ai corsi di formazione ECM. Il principale obiettivo di questo nuovo corso è quello di evitare le “sanzioni previste dalla legge”, che potrebbero anche comportare la sospensione dall’esercizio della professione.
Pochi giorni dopo l’intervista si è insediata la nuova Commissione nazionale per la formazione continua in medicina. In questa occasione, è stata sottolineata l’importanza cruciale della formazione ECM, in sintonia con quanto dichiarato dal ministro Schillaci.
Va infine ricordato che il decreto Milleproroghe ha introdotto i crediti compensativi destinati ai professionisti che, nei trienni 2014-2016 e 2017-2019, non sono riusciti a raggiungere il quantitativo necessario di crediti per soddisfare le loro esigenze formative. Viene dunque loro offerta la possibilità di regolarizzare la situazione e rimettersi in linea con i requisiti formativi richiesti.
“L’obiettivo della Commissione – ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, presente anche lui alla riunione – è quella di formare tutti i professionisti e quindi anche quello di recuperare il gap con il passato, in cui un numero importante di professionisti non ha raggiunto gli obiettivi formativi. Ciò, naturalmente, non può che creare qualche problema. In questo senso, sono importanti alcuni provvedimenti che saranno assunti al termine di questo gruppo di lavoro, che dovrà riguardare la riforma del sistema ECM e che noi auspichiamo vada incontro a una deburocratizzazione e alla previsione di un maggior numero di eventi formativi che consentano con più facilità ai medici, così come a tutti gli altri professionisti sanitari, di poter raggiungere i loro obiettivi”.
“Siamo assolutamente consapevoli – spiega la presidente della Fnopi (Federazione nazionale ordini delle professioni infermieristiche), Barbara Mangiacavalli – del numero e della percentuale degli infermieri ancora accreditabili. Inoltre, abbiamo una buona percentuale di infermieri che stanno completando i crediti. La federazione, insieme agli ordini provinciali, metterà in campo tutte le iniziative possibili, come stipulare convenzioni e facilitare la partecipazione a corsi, sia in presenza che in modalità a distanza. Il fatto che la Commissione nazionale ECM sia ripartita ci aiuta – continua –, perché da essa arriveranno le regole per concretizzare l’acquisizione dei crediti e dei percorsi formativi. Inoltre, come ha ricordato il ministro Schillaci, non ci saranno proroghe e deroghe, quindi lavoreremo soprattutto sulla cultura e sulla sensibilizzazione dei singoli professionisti, tramite gli ordini e i canali della federazione”.
Altro punto molto importante è l’imminente approvazione dei decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco che daranno piena attuazione alla norma che lega l’assolvimento dell’obbligo ECM (nella misura del 70% dei crediti raccolti) all’efficacia della copertura assicurativa. I professionisti che non raggiungeranno questa percentuale nel triennio 2023-2025 non potranno insomma accedere alla copertura assicurativa e quindi si troveranno scoperti dalla protezione in caso di contenzioso a loro carico.
“Su questo versante – ha dichiarato Anelli –, il tema è molto cogente. Sono tante le sentenze dei giudici che, in casi di responsabilità medica, considerano il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi un’aggravante nei confronti dei medici. A questo si aggiungerebbe poi la norma prevista dal Parlamento che esclude dalla copertura assicurativa coloro che non hanno raggiunto il 70% dei crediti. Penso che queste rappresentino indicazioni molto forti per spingere tutti i professionisti di mettersi in regola ed evitare problemi, soprattutto con la giustizia”.
“Abbiamo anche noi avuto conferma – spiega invece Mangiacavalli – che finalmente si sta procedendo rapidamente a dar corso ai Decreti attuativi della legge 24 del 2017. Occorre dunque lavorare molto sulla formazione e sulla sensibilizzazione tramite i nostri Ordini, la Commissione ECM e tutto quel che si può mettere in campo, affinché gli infermieri comprendano che non aver adempiuto all’obbligo formativo nella misura, definita dalla norma, del 70% dei crediti richiesti, significa dare la possibilità alle compagnie di non esercitare la copertura assicurativa. Insomma, oltre al danno anche la beffa. È dunque assolutamente importante completare l’obbligo ma, parallelamente, anche sensibilizzare sulla necessità di una polizza assicurativa che copra i rischi dell’esercizio professionale”.
La pandemia da Covid ha forzato i tempi, costringendo il sistema sanitario (ma non solo) a digitalizzare il più possibile le prestazioni mediche. Nel frattempo, le nuove tecnologie (come la simulazione e la telemedicina, ma anche il Metaverso e l’intelligenza artificiale) hanno indicato una strada che conduce a un futuro prossimo che non è possibile ignorare. Come si evolverà la formazione ECM, alla luce di tutto questo?
“Dopo il Covid – spiega il presidente Fnomceo – si torna a rimettere in moto tutto il processo formativo. È importante che le Regioni diano il loro supporto, in maniera particolare nelle aziende sanitarie, ma è anche fondamentale la presenza di corsi che siano quanto più innovativi, che guardino cioè al futuro è che diano ai professionisti quelle competenze che i percorsi ordinari non riescono ancora a rimodulare e che, invece, servono a guardare sempre con maggior speranza e determinazione al futuro”, conclude.
“La formazione continua è un tassello fondamentale – spiega la presidente Fnopi –, ma deve essere perfezionata e attualizzata per rispondere alle sfide che ci attendono. In particolare, la sanità digitale è una sfida importante. Abbiamo bisogno di sistemi sanitari e socio sanitari interconnessi e parlanti tra loro. Dobbiamo anche sviluppare competenze relazionali digitali, in modo che assistiti, caregiver ed equipe di cura e assistenza possano dialogare e relazionarsi anche in luoghi virtuali. Per questo motivo – aggiunge Mangiacavalli –, confido che si possa implementare la nuova frontiera della sanità digitale, che comprende Metaverso, simulazione e, aggiungerei, ospedali virtuali. Formare professionisti che sappiano utilizzare le tecnologie è fondamentale, sia nella formazione di base che in quella continua. È importante che queste tecnologie siano utilizzate come strumento e non come fine, e che siano utilizzate anche nei sistemi complessi, all’interno delle equipe professionali e in setting differenziati di cura. Credo che questo possa essere un ottimo incipit per lavorare nella Commissione nazionale, partendo dallo spunto del ministro Schillaci”, conclude.