Positivo il primo incontro con il Governo. Cassi (CIMO): «Spiragli, ma mobilitazione va avanti»
Il governo si fa carico delle doglianze dei medici. Lo sciopero è stato sospeso. Ma i camici bianchi e i loro sindacati continuano, sulla spinta di queste prime interlocutorie vittorie di tappa, il loro giro d’Italia per compattare la categoria e offrire dialogo e ascolto in vista dei prossimi decisivi passaggi.
All’orizzonte già un importante appuntamento: una Leopolda dei medici proprio a “casa Renzi”. Nel frattempo si sono aperti i tavoli con Governo e Regioni con una prima riunione lunedì presso il ministero della Salute: al centro dell’incontro formazione, contratto e assunzioni.
«Abbiamo sospeso per sessanta giorni lo sciopero – conferma Riccardo Cassi, presidente di CIMO, il sindacato di riferimento dei medici ospedalieri –, continuando, comunque, le altre iniziative: le assemblee negli ospedali, le riunioni che dovremmo fare a Milano e a Firenze nei prossimi mesi. Abbiamo trovato una buona disponibilità da parte del Governo ad accogliere le nostre richieste, ma anche attenzione ai nostri problemi. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, in rappresentanza del premier Matteo Renzi, si è fatto carico di una serie di problemi. Il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin ha invece annunciato di aver fatto una nuova richiesta alle Regioni per identificare il fabbisogno di personale per risolvere il problema degli orari di lavoro. È il primo atto legato alla legge di Stabilità e anche col ministro alla Funzione Pubblica Marianna Madia – aggiunge – abbiamo trovato un punto d’accordo:il ministro ha accolto la nostra richiesta anche sulla questione di andare a definire qual è un lavoro flessibile consentito nella pubblica amministrazione, anche per evitare tutta questa miriade di contratti al limite dello sfruttamento del lavoro del medico. Quello che abbiamo apprezzato da parte del Sottosegretario è stata la conferma della scelta di un servizio sanitario pubblico, prendendo ad esempio la sanità americana che costa tre volte quella italiana con risultati inferiori».
Il fronte sindacale compatto ha, dunque, apprezzato la risposta del governo. «Ma abbiamo bisogno di non allentare le tensione – afferma Giacomo Milillo, segretario nazionale della FIMMG (la Federazione dei Medici di famiglia) – e di riservarci eventuali azioni qualora niente venisse fatto concretamente. Il rinvio è comunque doveroso, sostanzialmente il Governo ha accettato di mettere la sanità al centro della sua agenda e di formulare un progetto nazionale nel rispetto del titolo V attraverso la soluzione di tanti problemi che vanno risolti parallelamente. La vertenza salute continua soprattutto come messaggio ai cittadini. Non è solo la rivendicazione di esigenze della classe medica».
Riallacciati i rapporti con il governo, i sindacati continuano, però, ad essere ai ferri corti con le Regioni. Il nodo principale resta quello delle assunzioni e da alcune sigle, a margine dell’incontro a Palazzo Chigi, è uscita una provocazione: sanzionare i presidenti delle Regioni se non comunicano il fabbisogno di medici al Ministero. «È una provocazione che sottoscrivo – commenta ancora Milillo – e come medico convenzionato credo che proprio la convenzione nazionale sia, in termini giuridici, un negoziato fra pari: quindi se i medici vengono sanzionati se non rispettano il contratto, anche le aziende sanitarie devono essere sanzionate. Siamo in pressing sullo sblocco del turnover e soprattutto sulla stabilizzazione dei precari perché questo serve a creare l’aggancio fra la vecchia generazione e la nuova e a dare continuità alle competenze che ci sono negli ospedali e sul territorio».