Lavoro e Professioni 23 Novembre 2018 12:32

Sciopero medici, adesione tra 80 e 90%. Sindacati: «Senza risposte ci fermeremo anche a dicembre». E Grillo li convoca: «Accoglieremo loro istanze»

Forte adesione anche tra gli anestesisti: hanno aderito in 12mila. Il Ministro della Salute annuncia: «Passi avanti su contratto, nelle prossime settimane ci sarà annuncio». Anelli (Fnomceo): «Medici stufi, ma dimostrano loro attaccamento a SSN»

Sciopero medici, adesione tra 80 e 90%. Sindacati: «Senza risposte ci fermeremo anche a dicembre». E Grillo li convoca: «Accoglieremo loro istanze»

Dalla Lombardia alla Sicilia, in tutta Italia i medici hanno incrociato le braccia per la giornata di sciopero nazionale indetta dall’intersindacale medica. «L’adesione è all’80-90%, siamo al di sopra delle aspettative», spiegano i rappresentanti sindacali riuniti in assemblea all’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma. Le ragioni della protesta sono molteplici, dal mancato rinnovo del contratto al blocco delle assunzioni. Il Ministro della Salute Giulia Grillo ha convocato una rappresentanza sindacale al Ministero di Lungotevere Ripa dicendosi disponibile «ad accogliere le richieste della categoria».

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L’INCONTRO AL MINISTERO DELLA SALUTE

È metà mattinata quando il Ministro Giulia Grillo convoca al Ministero le rappresentanze sindacali. Un gesto di attenzione, un segnale che forse qualcosa si sta muovendo nella lunga trattativa per il rinnovo del contratto.

«L’incontro con i sindacati per me è stato importantissimo, sono assolutamente con loro in questo sciopero – ha sottolineato Grillo al termine dell’incontro -. Ritengo che lo sciopero sia un passo fondamentale per portare avanti le istanze e i diritti dei lavoratori e di una classe medica che purtroppo negli anni è stata sempre meno considerata dai governi che si sono succeduti. Adesso c’è un governo attentissimo. Io per prima sono un medico. Faccio parte della categoria e so bene l’impegno che mettono i colleghi così come gli infermieri e le altre categorie professionali. Abbiamo fatto dei passi avanti sulla questione del contratto che renderemo noti nelle settimane successive, però abbiamo la seria convinzione di poter accogliere le istanze che i sindacati hanno portato oggi in questo sciopero ma che già ci avevano rappresentato in passato. La risposta che daremo sarà la prima dopo anni e anni in cui queste categorie sono state poco considerate dalla politica. La nostra idea di sanità pubblica di una sanità che aiuta i più deboli, che è vicina a tutti i cittadini e che garantisce a tutti le cure come previsto dalla nostra costituzione».

Un’apertura accolta dai sindacati, che hanno apprezzato l’iniziativa del Ministro: «Il Ministro ha assunto un impegno a portare all’attenzione del Governo delle norme che saranno inserite nella legge di bilancio e che risolvano finalmente la questione – ha affermato dopo l’incontro Carlo Palermo, Segretario di Anaao-Assomed -. Rimane aperta la questione del finanziamento del contratto, per l’aumento del 3,48%, che dovrà essere risolta dal Mef da un lato e dalle Regioni dall’altro. Noi non vogliamo essere tirati in ballo su questo perché consideriamo il nostro contratto già finanziato. Ed è un dovere delle Regioni a mettere a riserva le risorse per la chiusura dei contratti».

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IL COMMENTO DELLA FNOMCEO

«I primi dati sull’adesione allo sciopero, che parlano di corsie semideserte e di una partecipazione dell’80-90%, indicano che i medici sono sì scoraggiati, stufi di condizioni di lavoro disumane e delusi dai mancati riconoscimenti, ma mantengono la voglia di reagire e il senso di attaccamento al nostro Servizio Sanitario Nazionale». Così il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, ha commentato i dati forniti questa mattina dai Sindacati Medici. «Nonostante il privato sia sempre più attrattivo, infatti, i medici vogliono rimanere nel pubblico – continua -. Vogliono rimanere perché ne condividono i valori di equità, universalismo, solidarietà, per sostenerlo e per impedirne lo smantellamento. Accogliamo con grande favore la notizia che il Ministro della Salute Giulia Grillo ha convocato i Sindacati per ascoltare le loro ragioni, come anche noi avevamo chiesto nei giorni scorsi al fine di scongiurare lo sciopero».

SCIOPERO, TUTTE LE VOCI DEI SINDACATI

«I temi centrali sono il definanziamento del Fondo sanitario nazionale, la carenza di specialisti e l’assenza del contratto. In assenza di accordi proclameremo altre giornate di sciopero nazionali e regionali», ha sottolinea nella conferenza stampa al San Camillo il segretario di Anaao Assomed Carlo Palermo. «Non è uno sciopero corporativo – ha aggiunto Palermo – ma non possiamo accettare che il diritto a un contratto dignitoso venga messo in concorrenza con il diritto alla salute dei cittadini. Le Regioni hanno avuto i fondi e ora qualcuno si assuma la responsabilità di finanziare ciò che è previsto dalle leggi. Chi lavora nel Servizio sanitario ha diritto ad un giusto salario. Abbiamo avuto un incontro con la presidente della Commissione Affari sociali della Camera e sembrerebbe che l’attenzione sia cresciuta su queste problematiche. Ma senza risposte – avverte Palermo – noi proseguiremo nella lotta e proclameremo una o due giornate di sciopero a dicembre, quando la Manovra sarà al Senato. Non escludiamo altre forme di lotta a livello regionale per il 2019, non molliamo la presa perché non accettiamo il declino del Ssn».

Forte l’adesione anche degli anestesisti dell’Aaroi-Emac: hanno aderito in 12mila, il 90%. Seimila sono in ospedale per garantire servizi essenziali. Ottomila sale sono state rinviate e 40mila interventi programmati sospesi. Fortissima l’adesione anche tra i veterinari: il segretario FVM Aldo Grasselli ha parlato di «impatto fortissimo al settore agro zootecnico alimentare. Adesione eccezionale tanto da indurre Confindustria a chiedere risposte al governo».

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Se la prende con l’economia liberista il Segretario della Fp Cgil Andrea Filippi:«Principi del Servizio sanitario pubblico sono vittima dell’economia neoliberista. I servizi sono la spina dorsale di un Paese. Non si ammazzano all’improvviso, altrimenti la gente di ribella. Si ammazzano lentamente».

Chiede scusa ai cittadini il segretario generale della Cisl Medici Roma Capitale e Rieti Benedetto Magliozzi: «Lo sciopero per noi medici è una forzatura innaturale. Chiediamo scusa ai cittadini per non essere al nostro posto, ma questo sciopero è simbolico. Non vogliamo essere testimoni dello smantellamento di un sistema sanitario universale».

«Mi pare che ci sia la volontà di creare una sanità pubblica per i poveri e una privata per i ricchi», ha affermato Andrea Piccinini, vicepresidente Cimo. Secondo Carmine Gigli, Fesmed, «lavoriamo con difficoltà crescenti, i turni superano le 48 ore continuative che sono assolutamente fuori legge, senza nessun rispetto per il riposo, abbiamo centinaia di giorni di ferie che non possono essere godute. I medici sono logorati e molti passano al privato perché quello che viene chiesto nelle Asl italiane è insostenibile». Infine, la coordinatrice nazionale di Fassid Alessandra Di Tullio: «Non vogliamo che per garantire i nostri stipendi vengano diminuiti i livelli di assistenza, ma il mondo dei medici e dei sanitari non ne può più di essere il vaso di coccio tra Regioni e Governo».

LE FOTO DELLA PROTESTA IN TUTTE LE REGIONI

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IL COMMENTO DI ANTONIO SAITTA (CONFERENZA REGIONI)

«Le ragioni dello sciopero organizzato oggi dai sindacati dei medici e dei dirigenti sanitari sono condivisibili. Non a caso da tempo la Conferenza delle Regioni sta sottolineando come sia indispensabile un aumento consistente del fondo sanitario nazionale, altrimenti si mette in pericolo il futuro della sanità pubblica». Lo ha dichiarato Antonio Saitta, Assessore della Regione Piemonte e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. «È un incremento di risorse necessario per finanziare il nuovo contratto della dirigenza medica, nuove assunzioni e un numero cospicuo di borse di studio per gli specialisti – ha sottolineato Saitta – e per ottenere un obiettivo del genere questo occorre innanzitutto che il tema della sanità torni al centro dell’agenda politica del nostro Paese, invece a me sembra invece che sia sparito del tutto. Eppure la sanità è un pilastro del nostro welfare e rappresenta una garanzia per la tutela delle persone più fragili. A questo punto però – ha concluso Saitta – chi governa a livello nazionale deve assumersi le proprie responsabilità per evitare che il servizio pubblico scivoli verso il privato, cosa che invece rischia seriamente di accadere se il sistema sanitario non sarà in grado di rispondere alle nuove esigenze di salute dei cittadini».

IL COMMENTO DI MARIALUCIA LOREFICE (COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA)

«Non possiamo che condividere le istanze dei medici oggi in sciopero. A loro diciamo che ce la stiamo mettendo tutta, insieme al nostro ministro Grillo, per risolvere l’annoso problema del rinnovo contrattuale della dirigenza medica. Anni di noncuranza di un’intera categoria professionale da parte dei Governi passati, purtroppo non si risolvono con un colpo di spugna, eppure i primi risultati positivi, ci sono già. I medici non si sentano soli in questa battaglia, perché non lo sono». Così, in una nota, Marialucia Lorefice, portavoce del MoVimento 5 Stelle e presidente della commissione Affari sociali della Camera. «In legge di Bilancio aumentiamo il Fondo sanitario nazionale di 4.5 miliardi nei prossimi tre anni: ci sono quindi le premesse per coprire il rinnovo della dirigenza medica, per cui sono necessari circa 450 milioni. Poche ore fa Giulia Grillo ha incontrato i sindacati che hanno indetto lo sciopero: siamo contenti di sapere che dalla riunione è emersa la convinzione del ministero della Salute di poter accogliere le istanze dei medici. D’altronde – prosegue Lorefice – non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che questo Governo sia attento, molto più dei precedenti, al tema della sanità. L’obiettivo è quello di rendere più accessibile, più equo e più efficiente il nostro servizio sanitario nazionale, garantendo a tutti il diritto alle cure, proprio come prevede la nostra Costituzione» conclude la deputata del MoVimento 5 Stelle.

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