Lavoro e Professioni 10 Settembre 2021 13:10

Scuola, è “sindrome da rientro”. Da Consulcesi il corso ECM per pediatri, psicologi e altri sanitari

Tra gli effetti della DAD, ansia e paura di tornare in presenza

Paura di non essere in grado di “nascondersi” dietro uno schermo, ansia di un nuovo ambiente o di tornare in un contesto che non si frequenta da almeno due anni, paura di non essere accettati dai gruppi in presenza. Queste sono alcune delle ansie e paure degli studenti che inizieranno il nuovo anno scolastico, una vera e propria “sindrome da rientro” che si somma alla preoccupazione di essere contagiati. Tra gli effetti della DAD, come la dispersione scolastica, la cattiva alimentazione, l’eccesso di sedentarietà, i disturbi del sonno, il binge watching, la dipendenza da videogiochi, si aggiunge l’angoscia di non essere all’altezza di affrontare il nuovo anno scolastico in presenza. A parlarne è Maria Cristina Gori, neurologa psicologa e docente del corso ECM “Imparare dal Covid-19: le conseguenze psicologiche da isolamento e didattica a distanza” realizzato da Consulcesi.

Le paure da rientro a scuola

«Ogni passaggio di grado scolastico richiede un diverso approccio allo studio e alle nuove materie. Ogni inizio prevede un rischio di imprevedibilità. Se poi le imprevedibilità sono molteplici, il quadro si complica ancora di più», spiega la psicologa riferendosi alle incertezze che caratterizzano l’inizio del nuovo anno scolastico. «Se l’imprevedibilità non riguarda solo il nuovo ciclo di studi, ma anche le modalità con cui può avvenire la frequenza, tutto si diviene più complesso. Sarò in grado di tollerare tanti stimoli nell’aula? Di tenere i media silenziati? Di tenere la mascherina? Di andare d’accordo con tutti? Di stare nel silenzio o nel chiasso di un’aula per tanto tempo, senza la possibilità di spegnere un interruttore e di allontanarmi? Il mio metodo di studio sarà adeguato ai nuovi ritmi?”

«Iniziare a vedere le prime certezze nell’incertezza»

Ci sono paure psicologiche associate alla pandemia e all’incertezza delle strategie preventive messe in atto, alle quali si aggiungono quelle pregresse dovute all’isolamento e alla didattica a distanza. Per questo, come sottolinea la Gori, «iniziare a vivere le prime certezze nell’incertezza, come in un gioco di parole, è la nuova sfida educativa per tutti: per i docenti, per i genitori, per gli studenti». E ancora, «iniziare un percorso di studi è come partire per un viaggio con una valigia dentro cui decidiamo di portare ciò che ci serve. Nella valigia ci sono la nostra storia, le nostre abilità, la nostra personalità; non è detto, però, che tutto ciò che abbiamo nel bagaglio ci servirà per il viaggio. Magari servirà tirare fuori solo qualcosa al momento giusto per poi riporlo, ad esempio la capacità attentiva in un compito in presenza, l’ironia e la simpatia nell’orario di ricreazione, o anche in alcuni momenti la capacità di tollerare la solitudine se ne abbiamo bisogno, senza sentirci frustrati per questo».

Ognuno di noi, dunque, possiede delle competenze trasversali, ovvero quelle abilità che ci appartengono, che abbiamo imparato a sviluppare negli anni, o per le quali abbiamo una particolare predisposizione e che possono essere messe in gioco nei contesti più disparati.

Tradurre in atto le nostre competenze

«Una delle grandi sfide di questi tempi è poter tradurre in atto tutte queste competenze, mettendole in campo nei momenti più diversificati – spiega la psicologa –. Nel futuro saranno proprio queste abilità a costituire i tratti essenziali della flessibilità nel lavoro, in famiglia e nelle reti sociali, a permettere un sano adattamento ad ambienti mutevoli restando sempre se stessi».

Sembra essere estremamente importante approfondire quegli studi relativi alla deprivazione sociale per comprendere «il sottile funzionamento della mente davanti ad una situazione incerta come la pandemia, imparando a riconoscere le disfunzioni della mente dinanzi ad eventi imprevisti», sottolinea la dottoressa Gori. «Il corso ECM realizzato da Consulcesi, oltre a fornire le informazioni scientifiche attualmente disponibili in merito agli effetti del distanziamento sociale sulle giovani generazioni utili a comprendere il mondo che verrà, così come immaginato dalle giovani generazioni, ha l’obiettivo di fornire gli strumenti per comprendere le fonti scientifiche dei dati e per conoscere le esperienze di successo educativo, perché la pandemia ha mostrato non solo le criticità, ma anche la possibilità di sopravvivere, di apprendere e di imparare strategie alternative», conclude la Gori.

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