Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha firmato il decreto. Rispetto allo scorso anno, previsti 259 posti in più, ma per la FNOMCeO sono ancora troppo pochi e non distribuiti in modo uniforme sul territorio nazionale: «Di questo passo le Regioni più in difficoltà offriranno sempre minori servizi alla popolazione. È necessaria una gara di solidarietà tra Regioni»
Aumentano i contratti per le scuole di specializzazione. Per il prossimo anno accademico saranno 6934 a fronte delle 6675 dello scorso anno. È quanto recita il decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti e pubblicato sul sito del MIUR.
Alle 6200 borse finanziate con risorse statali (erano 6105 l’anno scorso) si aggiungono infatti le 640 delle Regioni (a fronte dei 499 dello scorso anno accademico) e le 94 finanziate con risorse di altri enti pubblici e/o privati (per il 2016/2017 erano 71). Per quanto riguarda, invece, i posti riservati: 194 sono previsti per i medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (210 i posti dello scorso anno), 29 i posti alle esigenze del Ministero della Difesa (erano 21 nel 2016/2017) e 7 quelli a disposizione della Polizia di Stato (a fronte dei 4 dello scorso anno).
La prova nazionale per l’ammissione alle Scuole di specializzazione mediche si terrà il prossimo 17 luglio.
CONSULTA LA TABELLA CON LA DISTRIBUZIONE DEI POSTI
La FNOMCeO fa tuttavia notare che i 640 contratti finanziati con fondi regionali non sono uniformemente distribuiti. A fare la parte del leone è il Nord Est d’Italia, con cento borse finanziate dall’Emilia Romagna e ottanta dal Veneto, mentre le Regioni del Sud e le Isole sono fanalino di coda: la Sicilia finanzia quaranta borse e la Puglia trenta. Ad ogni modo, i contratti sono «ancora troppo pochi».
«Sono rimaste schiacciate le Regioni più povere – dichiara il Presidente della Federazione Filippo Anelli – che non hanno risorse da destinare alla formazione. Continuando così, le Regioni più in difficoltà formeranno sempre meno medici e offriranno sempre minori servizi alla popolazione, con ulteriore aumento della mobilità sanitaria. Un circolo vizioso dal quale uscire è difficile ma non impossibile: dovrebbe a questo punto scattare una gara di solidarietà tra Regioni, tutte alleate per approvare criteri di distribuzione dei fondi che non aumentino le disuguaglianze e che non inficino, a fronte di un’immagine “virtuosa” di questo o quel Sistema sanitario regionale, la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale».
Il decreto giunge proprio a poche ore dall’allarme lanciato dalla Fiaso sulla carenza dei medici: secondo la Federazione delle aziende sanitarie pubbliche tra 5 anni ne mancheranno 11.800. Allarme cui ha risposto Sergio Venturi, Presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, evidenziando il lavoro svolto negli ultimi mesi dalle Regioni insieme al Ministero della Salute e al MIUR per ampliare il numero delle borse di studio dei medici specializzandi, evidenziando «gli sforzi che le singole Regioni stanno facendo per finanziare con risorse proprio ulteriori borse di studio». Sforzi che sono appunto sfociati nel decreto del Ministero dell’Istruzione, «un approccio sicuramente preferibile all’allarmismo», ha sottolineato Venturi.