L’ e-book formazione è il più aggiornato testo sul tema con oltre 90 articoli di letteratura scientifica
Sì ai papà in sala parto e assolutamente sì all’allattamento, ma con mascherina se positive al Covid-19. Per la partoriente mascherina d’obbligo durante tutto il travaglio e al momento del parto vero e proprio. E ancora: nessuna visita in ospedale da parte di parenti e amici. Queste sono alcune delle linee guida redatte per affrontare la gravidanza e il parto in tempi di pandemia e spiegate nell’ebook “Il Covid-19 nei 9 mesi” realizzato da Consulcesi. Una sorta di “libretto d’istruzione”, inserito nella collana ECM “Covid-19 il virus della paura” rivolto ai professionisti sanitari ma utile anche per le coppie in attesa. L’E-book prende in considerazione più di 90 articoli scientifici internazionali per arrivare a darci un sunto aggiornato su Covid-19 e gravidanza, quali siano i rischi per il feto e le differenze nei differenti trimestri della gestazione. In questo corso verranno affrontati gli aspetti fondamentali riguardanti la gestazione ed il Covid-19, andando ad analizzare caratteristiche, linee guida e protocolli di gestione di pazienti in gravidanza positive al SARS-CoV-2.
Papà in sala parto. Al momento non ci sono controindicazioni sulla presenza durante il travaglio e il parto del papà o di un accompagnatore in una gravidanza positiva al Covid-19. Una buona notizia, visto che si tratta di una figura fondamentale per la donna, può rappresentare un supporto psicologico rilevante in un momento della vita così importante. “Per poter accedere alla sala parto la persona deve essere asintomatica e deve indossare la mascherina chirurgica e adeguati dispositivi di sicurezza”, si spiega nell’ebook di Consulcesi. Sono invece sospese le visite di parenti e amici.
Mascherina. Nessuna eccezione né per le partorienti, negative o positive, e né per gli operatori sanitari. “La donna durante il parto deve sempre indossare la mascherina chirurgica – spiegano gli esperti nella guida Consulcesi – poiché il parto è il momento più a rischio dell’intero percorso di gravidanza, in quanto si genera l’effetto aerosol poiché la donna si dimena e respira in modo più affannoso”. Inoltre, gli operatori sanitari coinvolti durante le fasi del parto devono indossare DPI con FFP2 (camici idrorepellenti, mascherina, visiera).
Allattamento. La comunità scientifica concorda che anche le donne con Covid-19 possano allattare al seno. Tuttavia, per evitare che una madre infetta possa trasmettere il virus attraverso le goccioline respiratorie durante il periodo dell’allattamento al seno, si raccomanda di indossare la mascherina facciale chirurgica, ricordandosi sempre di lavarsi in modo accurato e frequente le mani. “Si tratta di accortezze che è bene che seguano tutte le donne in gravidanza”, specificano gli esperti nell’ebook. Altra indicazione da seguire è di posizionare la culla a una distanza di due metri dalla testa della mamma. Per quanto riguarda, infine, il latte fresco spremuto dal seno, esso va estratto tramite spremitura manuale o tiralatte manuale/ elettrico.
Teleconsulti. «L’accesso delle gestanti alle strutture va ridotto alle visite necessarie e programmato per telefono con l’ostetrica del consultorio in modo da regolamentare l’afflusso nelle sale d’attesa, per ridurre al massimo la possibilità di mettere a rischio da un lato la salute delle donne in gravidanza prese in cura, dall’altra quella dei propri operatori sanitari», è un’altra importante raccomandazione spiegata nell’ebook. Per questo si raccomanda anche alle strutture di attivare un triage telefonico per contattare a casa tutte le donne in prossimità del parto e assicurarsi delle loro condizioni di salute.
Tamponi. È raccomandata l’esecuzione del tampone naso faringeo in casi sospetti in modo da garantire sin da subito la protezione degli operatori sanitari. «Nel caso in cui fossero state riscontrate sintomatologie sospette dai colloqui telefonici, le donne vengono invitate – si legge nell’ebook – a sottoporsi al tampone attraverso il sistema “drive truth” e dunque svolgendo l’esame orofaringeo consentendo alle pazienti di restare nel proprio abitacolo automobilistico ed evitare così loro l’accesso alle strutture. Come misura cautelativa ulteriore è stato programmato il tampone anche per tutte le donne in gravidanza che alla 41esima settimana si sarebbero dovute recare in struttura per effettuare il tracciato».
Percorsi Covid-19. Le donne risultate positive al Covid-19 vengono dirottate in appositi percorsi che, a differenza di quelli riservati alle donne negative al coronavirus, comportano l’isolamento d e l’uso di DPI (Dispositivi di protezione individuale) adeguati da parte del personale sanitario deputato all’assistenza. «La distinzione dei percorsi – si legge nell’ebook – viene attuata a cominciare dal pronto soccorso, dove viene fatto lo screening alle pazienti e dove a tutte loro viene effettuato il tampone, sia successivamente in degenza che in sala parto». Anche qui, vi è un percorso distinto sia in entrata che in uscita dalla sala parto per la donna Covid positiva, una misura presa per consentire la sanificazione del tragitto compiuto dalla paziente da parte del personale addetto alle pulizie istruito appositamente per questo genere di operazioni.
Monitoraggio post dimissioni. Per le donne positive al Covid-19 e la sua famiglia, sono raccomandati interventi educativi-informativi per dare continuità alla presa in carico da parte degli operatori sanitari.