«Vogliamo dimostrare, dati alla mano, che le strutture che si organizzano con il rischio clinico sono le più virtuose» spiega Vittorio Fineschi, Professore Ordinario di Medicina Legale alla Sapienza di Roma e Responsabile scientifico del convegno insieme alla professoressa Paola Frati
«La legge Gelli, dal punto di vista pratico, necessita di forti agganci ai decreti ma è una pennellata di colore importante sul profilo del rischio clinico. Per questo, in attesa di cosa succederà, faremo il punto della situazione con i maggiori specialisti ed esperti del settore». Con queste parole, il professor Vittorio Fineschi, docente ordinario di Medicina Legale alla Sapienza, presenta a Sanità Informazione il convegno “La sicurezza delle cure e la tutela dei diritti” che avrà luogo il 6 e 7 giugno presso “Sapienza” Università di Roma.
L’evento promuove l’incontro e il dialogo tra specialisti sulla gestione del rischio clinico e del contenzioso medico-legale. Docenti universitari, magistrati, giuristi e medici legali si confronteranno sulle principali novità normative e giurisprudenziali che interessano la responsabilità sanitaria con focus dedicati alla valutazione del danno e alle principali specialità colpite dal contenzioso.
Professore, il convegno “Sicurezza delle cure e tutela dei diritti” avrà luogo il 6 e 7 giugno a Roma alla Sapienza. Di cosa si parlerà?
«È l’appuntamento annuale che ogni anno organizziamo qui in Sapienza. Anche quest’anno, abbiamo avuto il piacere e l’onore di avere con noi illustrissimi relatori: da magistrati a colleghi giuristi e medici legali. Abbiamo ritenuto importante focalizzare l’attenzione sulla Legge Gelli-Bianco, non essendo ancora stata definita del tutto con la parte assicurativa, in veste più moderna. Vogliamo far vedere, dati alla mano, che le strutture che si organizzano con il rischio clinico sono le più virtuose. Questo è un merito della Legge 24/2017, perché i primi quattro articoli, dedicati all’implementazione del rischio clinico delle strutture sanitarie, hanno già dato i primi frutti».
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Di cosa si parlerà, quali saranno gli argomenti trattati, le finalità e i punti di forza di questo convegno?
«Il sistema sanitario in questo momento è sotto la lente d’ingrandimento: si vuol ripensare ad un sistema diverso. Certamente, la Legge Gelli è una pennellata di colore importante sul profilo del rischio clinico e noi la affrontiamo con i maggiori specialisti ed esperti del settore. Questo sarà un capitolo importante delle due giornate romane: l’altra parte l’abbiamo dedicata alle società scientifiche. Saranno con noi presidenti, segretari, rappresentanti delle società scientifiche più nell’occhio del ciclone: chirurghi generali, chirurghi specialistici, urologi, ostetrici, ginecologi. Abbiamo pensato di dar loro voce perché vogliamo capire se questa Legge per loro è un momento positivo, cosa c’è da migliorare e rivedere anche in chiave futura. Non a caso, il convegno parla di diritti e doveri: noi crediamo e ci sforziamo di bilanciare diritti e doveri di medici e pazienti. Crediamo che queste due giornate possano ben focalizzare questo bilanciamento perché l’ultima parte sarà dedicata alla valutazione del danno. Anche in questo caso la Legge 24 ci dice molto ma, come sappiamo, l’implementazione della Legge dal punto di vista pratico necessita di forti agganci ai decreti. Restiamo in attesa di cosa succederà ma era importante fare il punto e noi lo faremo con il convegno del 6 e 7 giugno».