Dalla “clean room” alla ricerca clinica, fino a capitolati di gara e interazione con il paziente, Zanon (SIFO): «La figura del farmacista è poliedrica e, per questo, anche la sua formazione, compresa quella post laurea, deve essere altrettanto variegata. L’utilizzo della simulazione ha segnato un punto di svolta importante nei processi formativi»
Un laboratorio virtuale interattivo in cui il farmacista ospedaliero e territoriale, attraverso simulazioni pratiche, ha la possibilità di sperimentare con mano situazioni che possono vederlo protagonista nella quotidianità lavorativa. È questa l’ultima frontiera della formazione grazie alla diffusione della simulazione non solo in ambito medico, ma nel mondo sanitario tout court.
«La figura del farmacista è poliedrica e, come tale, si occupa di molteplici aspetti che vanno dalla gestione del farmaco e del dispositivo medico, fino all’acquisizione degli aspetti clinici e terapeutici all’interno dei reparti ospedalieri. Ed è per questo che anche la sua formazione, compresa quella post laurea, deve essere altrettanto variegata – spiega Davide Zanon, coordinatore Area Galenica Clinica SIFO e farmacista dirigente IRCCS Burlo Garofolo di Trieste -. Acquisire competenze pratiche, come per esempio nell’ambito della ricerca clinica, per la predisposizione di capitolati di gara, nell’interazione con il paziente o nelle modalità di vestizione e svestizione, ora è più semplice proprio grazie all’utilizzo di situazioni virtuali, capaci di riprodurre fedelmente la realtà», aggiunge il farmacista.
La centralità della simulazione in formazione è stata sottolineata anche durante il recente Congresso Nazionale SIFO, giunto alla XLIII edizione. «La “clean room” è un importante esempio di formazione simulata – continua Zanon -. Si tratta di una camera bianca sterile a tutti gli effetti, dove il farmacista ospedaliero può cimentarsi nella simulazione dell’intero percorso che è tenuto a seguire per poter accedere e lavorare all’interno della camera stessa, dalla vestizione alla disinfezione, dai movimenti ai controlli da fare. Altrettanto stimolante ed efficace è la simulazione in formazione per la preparazione di radiofarmaci e antidoti, ma anche per imparare a gestire situazioni di emergenza come ad esempio di fronte ad un caso di avvelenamento, ma anche situazioni emergenziali globali, dalle pandemie alle alluvioni, ai terremoti, fino all’immigrazione».
Ma la formazione simulata non è utile solo per apprendere nuove nozioni o per aggiornarsi sulle ultime novità. «È anche una palestra in cui il farmacista può “allenarsi” – aggiunge il coordinatore Area Galenica Clinica SIFO -. Non sempre la pratica professionale quotidiana ci permette di ricoprire tutti quei ruoli e quelle mansioni per cui ci siamo preparati durante gli anni del corso di laurea. Pensiamo ad esempio alla gestione di pratiche di natura burocratica: all’università se ne acquisiscono le nozioni, ma non è detto che tutti i farmacisti, poi, le utilizzino nel corso della loro vita professionale. E la formazione in simulazione può essere utile anche a colmare queste lacune esperienziali, ponendo il farmacista dinanzi ad alla gestione ed alla stesura (virtuali) di un capitolato di gara di dispositivi medici, in cui è necessario fare valutazioni sia cliniche sia economiche».
La simulazione può essere utile anche a perfezionare le doti comunicative, poiché anche il farmacista con la migliore preparazione accademica e professionale può avere difficoltà relazionali. «Non si tratta solo di acquisire una buona capacità comunicativa verso il paziente, ma anche nei confronti dei colleghi farmacisti o, più in generale – conclude Zanon -, di tutti i professionisti della salute».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato