Gruppi di protesta contro il test di Medicina si sono riuniti alla Sapienza in occasione della prova. «La volontà politica è quella di tagliare sulla spesa pubblica e il numero chiuso favorisce questo taglio
«Il numero chiuso è un sistema non meritocratico che fa parte di un preciso disegno politico che mira a smantellare la sanità pubblica in favore dei privati». È questo, in sostanza, il messaggio lanciato da alcuni gruppi di protesta che si sono radunati alla Sapienza di Roma in occasione del test d’ingresso alla Facoltà di Medicina.
«Siamo qui perché il numero chiuso permette da anni di fare un taglio strutturale sulla sanità – spiega ai nostri microfoni Gianluca Lang del Fronte della Gioventù Comunista –. La volontà politica è quella di tagliare sulla spesa pubblica e il numero chiuso favorisce questo taglio. Quindi sostanzialmente serve a depotenziare il Ssn in favore di una riduzione della spesa pubblica che viene magari virata sul salvataggio di banche oppure sul rifinanziamento delle spese militari, che aumentano di anno in anno, mentre il servizio sanitario pubblico, che dovrebbe sostenere i cittadini, viene meno in favore di quello privato».
Ma il numero chiuso viene criticato ampiamente anche per le irregolarità che si ripetono ogni anno e che danno vita ad una valanga di ricorsi da parte degli studenti ingiustamente esclusi dalla graduatoria: «Ci hanno detto che è un test assolutamente meritocratico che premia chi è più capace, chi insomma che a fronte dei pochi posti merita di stare lì. La realtà non è questa – spiega ancora Lang – perché col merito ha pochissimo a che vedere. Chi magari ha studiato in una scuola più finanziata o uno che ha potuto fare tutti i corsi estivi preparatori, che costano anche migliaia di euro, hanno evidentemente delle possibilità in più di superare quel test, ma non è detto che meriti quel posto, perché non è una questione di capacità ma solo una questione economica. Poi esistono sicuramente altre irregolarità ma il problema principale è la barriera economica e di classe rappresentata dai test».
«Siamo qui per protestare contro il numero chiuso – spiega invece Riccardo Sala del Link Coordinamento Universitario – perché per noi è un’evidente dimostrazione di una volontà politica da parte dei Ministeri della Sanità e dell’Istruzione di definanziare completamente la filiera formativa, sia in medicina che in specializzazione. Personalmente e come organizzazione – continua Sala – siamo per l’abolizione di tutti i test d’ingresso a numero chiuso di tutte le università. È evidente che ad oggi non sia pensabile aprire medicina a tutti gli studenti e studentesse che vogliono farlo, ma il problema è semplicemente economico, di finanziamento e di strutture, docenti e tirocini. Evidentemente, fino a quando il Ministero dell’Istruzione non procederà ad un finanziamento strutturale e corposo all’interno delle Facoltà di Medicina, noi non potremo fare questo passo. Tutto ciò va a discapito del Paese intero, perché nel momento in cui non ci sono medici, come ci curiamo? Oppure in futuro, quando sarò in corsia con altri due colleghi a dover gestire 40 letti, come faremo? Non lo faremo, semplice. Siamo in una situazione di assoluta precarizzazione – conclude Sala –. Chi avrà i soldi potrà pagarsi la struttura privata, chi non li avrà marcirà negli ospedali pubblici che sono ormai alla decadenza totale».
Consulcesi mette a disposizione dei candidati il portale web www.numerochiuso.info e i propri social, per raccogliere testimonianze e fornire informazioni su come tutelarsi in caso di scorrettezze durante la prova. A loro disposizione ci sono anche 1000 consulenti consultabili gratuitamente attraverso il numero verde 800.189091.