È necessario versare il 2% del fatturato per ottenere varie agevolazioni (e il Durc)
Più margine per mettersi in regola: c’è tempo infatti fino al 31 gennaio 2023 per pagare il contributo previdenziale del 2% sul fatturato derivante dai Pacc, a cui sono soggette le società accreditate che svolgono percorsi ambulatoriali complessi e coordinati. Il termine iniziale del 31 ottobre è stato quindi prorogato di tre mesi, in cui le strutture che fatturano al Servizio sanitario nazionale possono autodenunciarsi aderendo al protocollo d’intesa firmato lo scorso settembre da Enpam e Acop, l’Associazione Coordinamento Ospedalità Privata che riunisce più di 150 aziende, per oltre 15.000 posti letto e 25.000 dipendenti.
Il protocollo in questione ha sottolineato l’appartenenza dei Percorsi Ambulatoriali Complessi e Coordinati alla gestione previdenziale Enpam degli specialisti esterni, che sono quindi soggetti al medesimo contributo così come tutte le altre prestazioni medico-chirurgiche che le strutture accreditate fatturano al Servizio Sanitario Nazionale. Lo stesso protocollo, tuttavia, ha stabilito una serie di agevolazioni per le strutture accreditate che, in assenza di contenziosi giudiziari con l’Enpam, si autodenuncino entro il termine fissato.
Le agevolazioni di cui sopra, ricordiamo, consistono:
In caso di inadempienza, nei riguardi quindi delle strutture accreditate che non siano in regola con i contributi previdenziali, l’Enpam non rilascia il Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva), necessario a ottenere pagamenti da parte della pubblica amministrazione.
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