Lavoro e Professioni 26 Maggio 2015 16:43

«Sosteniamo i camici bianchi: parola di Asl»

Su orari di lavoro e straordinari non pagati parla Angelo Tanese, Direttore Generale Asl Rm/E: «I medici devono poter lavorare serenamente, noi siamo al loro fianco»

«Sosteniamo i camici bianchi: parola di Asl»

Le aziende sanitarie italiane sono al fianco dei medici nelle loro battaglie. Così è anche per il Direttore Generale della Asl Rm/E, Angelo Tanese, il quale ribadisce un fatto essenziale: le aziende sono formate dagli stessi professionisti messi a dura prova da leggi spesso controverse, blocco del turnover e carenza di personale.


Tra i vari problemi imputabili al modo in cui è organizzato il Servizio sanitario nazionale, e non alla singola struttura, c’è anche quello dei turni massacranti di lavoro. È lo Stato, infatti, a non essere in regola con la direttiva europea 2003/88 e a costringere i camici bianchi a orari lavorativi insostenibili. Per questo motivo i ricorsi intentati dai medici per ottenere almeno un rimborso per le ore lavorate in più non sono rivolti nei confronti delle aziende, ma dello Stato.

«Le aziende – conferma infatti il Direttore Tanese – sono sempre vicine ai medici per un motivo semplice: da chi sono formate se non dai professionisti stessi? Certo, a volte prevale una posizione anche un po’ corporativa – aggiunge –, perché i sindacati svolgono, giustamente, un ruolo importante, ma a volte sembrano voler supplire ad alcune carenze relative più ad aspetti di management e di governo di queste organizzazioni».

Problemi di organizzazione, dunque. Strutturali, indipendenti dalla volontà delle strutture dirigenziali – delle quali fa parte lo stesso Tanese – ma presenti perché derivanti da incrostazioni burocratiche decennali, da leggi scritte male o direttive non applicate. Dallo Stato, ovviamente, e non dalle singole aziende: «Noi però – continua Tanese – dobbiamo ridare importanza alle aziende sanitarie proprio perché i medici si sentano parte di un’organizzazione che va verso una direzione ben precisa, che consenta loro di lavorare in maniera serena e di sviluppare una professionalità. È questa, secondo me, la risposta che noi dobbiamo dare a questi professionisti, e da questo punto di vista anche un ruolo come quello che ricopro io credo sia centrale nei processi di cambiamento».

Una figura, quella del Direttore Generale, che è importante e centrale affinché sia la voce dell’azienda che quella di chi ci lavora venga ascoltata da uno Stato che deve fare comunque la sua parte. In Italia come nella Regione in cui opera il direttore Tanese: «Qui tutti stanno cercando di fare il proprio lavoro. Penso – conclude – che la regione Lazio sia attualmente impegnata in un cambiamento difficilissimo ma fondamentale. Mi sembra infatti che anche il Ministero stia guardando in maniera diversa al lavoro che si sta facendo. I primi risultati stiamo cominciando a vederli. La speranza è quella di continuare a dare continuità e certezze alle tante criticità che ancora persistono».

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Liguria: all’Asl4 il primo «spazio etico» delle strutture sanitarie
Nell'Asl4 della Liguria è stato istituito ufficialmente lo «Spazio Etico», il nuovo servizio di incontro e ascolto in cui i professionisti sanitari, i pazienti, le famiglie e i caregiver possono condividere riflessioni su temi etici che riguardano la salute e l’attività assistenziale
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
Sanità italiana divisa a metà: 29 milioni di italiani in difficoltà con le cure
La sanità italiana sempre più divisa in due con ben 29 milioni di italiani che potrebbero avere serie difficoltà. Le performance sanitarie per il 2023 vedono infatti otto tra Regioni e Province autonome promosse, sette rimandate e sei bocciate. Sono i risultato del rapporto «Le performance regionali» del Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presentato oggi a Roma
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...