«Inaccettabili» per le associazioni dei giovani medici le condizioni previste per gli specializzandi che somministreranno i vaccini anti-Covid. Plauso all’aumento delle borse di specializzazione in legge di Bilancio, ma «insufficiente a risolvere l’imbuto formativo»
Una buona luce e una grossa ombra nella legge di Bilancio 2021 per le associazioni che radunano i giovani medici: la prima è la conferma della dotazione delle borse di specializzazione per l’anno entrante; la seconda è la previsione, definita inaccettabile, dell’impiego dei medici che frequentano le scuole di specializzazione per le vaccinazioni anti SARS–CoV–2, soprattutto perché da un lato obbligati a prender parte alle campagne vaccinali, dall’altro perché “retribuiti” solo tramite Crediti Formativi Universitari. Insomma, gli specializzandi vaccinatori non starebbero lavorando, ma soltanto adempiendo ad un obbligo formativo nel partecipare al processo di immunizzazione della popolazione italiana.
Tutte le associazioni dei medici in specializzazione, prevedibilmente, bocciano senza appello questo tipo di impostazione e sono in queste ore in dialogo con le strutture del governo per ottenere delle modifiche; altrimenti, spiegano a Sanità Informazione raggiunti al telefono, la mobilitazione sarà inevitabile.
«Quando gli specializzandi sono serviti durante i lockdown sono stati contrattualizzati con accordi sia pur inaccettabili; ora che servono ancora, ma meno, tornano studenti e intanto si regalano 25 milioni di euro a delle società interinali. Si tratta di incongruità che ovviamente noi non possiamo accettare», spiega Pierino Di Silverio, Coordinatore giovani per Anaao. «Noi vogliamo metterci a disposizione della comunità, vogliamo partecipare alla campagna vaccinale, ma è una questione di principio. Non possiamo accettare che ci sia un meccanismo di cooptazione, un obbligo che sa di sfruttamento», continua.
«I medici che erogano una regolare prestazione medica devono essere contrattualizzati con adeguata retribuzione. Stiamo parlando di lavoro, e allora chiediamo che si apra il bando Arcuri con accessibilità anche agli specializzandi, o che vengano creati dei contratti ad hoc», fa eco Giammaria Liuzzi, parte del direttivo dell’Associazione ALS.
«Nel bando Arcuri i medici vaccinatori saranno pagati 60 euro all’ora come da CCNL, o addirittura 80 in caso di particolare urgenza; questo trattamento dimostra quale sia la considerazione dei giovani medici. Fondamentalmente si pensa che sia giusto che noi lavoriamo gratis», continua Federica Viola, vicepresidente vicario di Federspecializzandi: «Siamo sempre davanti allo stesso discorso, dobbiamo tornare a ripetere che nelle scuole di specializzazione ci sono medici a tutti gli effetti e sentire che questi laureati possono essere sfruttati perché tanto stanno ancora studiando», continua.
Sul punto, ci confermano gli intervistati, continuano gli incontri e le proteste in sede ministeriale: pare che l’obbligo possa diventare facoltà, con scelta dunque del medico in formazione, o che possa essere previsto un rimborso spese.
Migliore ovviamente il giudizio sulle 4200 borse di specializzazione in più per il concorso da bandire nel 2021: «Va ovviamente bene – continua Viola – ma non si risolve del tutto la questione dell’imbuto formativo. Il numero dei contratti di specializzazione si mantiene stabilmente più basso di quello dei medici laureati».
Non solo, continua Di Silverio: «Quest’anno si sono laureati, oltre ai 10mila stabili in Medicina, i 9mila che fecero ricorso al Tar. Aggiungiamo i consueti partecipanti dovuti all’imbuto formativo ed ecco che i conti non tornano. Ci aspettiamo che finalmente vengano sviluppati dei fabbisogni medici organici molto più studiati; ci aspettiamo che si sappia che servano x anestesisti, y infettivologi, z pneumologi. Solo una corretta programmazione chiude la vicenda dell’imbuto formativo».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato