Lavoro e Professioni 12 Aprile 2019 12:06

Troppe tasse e pochi diritti, a Verona scatta il primo “sciopero” degli specializzandi

I giovani medici di Verona protestano per la mancanza di una rappresentanza vera e propria della componente degli specializzandi all’interno degli organi di Governo dell’Ateneo: «Siamo contrari all’aumento della tassazione, chiediamo il rispetto delle garanzie contrattuali e di avere voce in capitolo sulle scelte che ci riguardano»

Troppe tasse e pochi diritti, a Verona scatta il primo “sciopero” degli specializzandi

Aumento della tassazione, mancato rispetto delle garanzie contrattuali e, soprattutto, la mancanza di una rappresentanza vera all’interno dell’Ateneo. Con queste motivazioni, a Verona, centinaia di specializzandi medici hanno deciso di protestare con l’astensione dal lavoro.

«L’Assemblea degli Specializzandi di Verona ha stabilito di procedere con questa forma di protesta di fronte ad una situazione difficile che si è creata a partire dall’aumento della tassazione universitaria – commentano dall’Assemblea – ma soprattutto a causa della mancanza di rappresentanza vera e propria della componente degli specializzandi all’interno degli organi di Governo dell’Ateneo».

«Di fronte a processi decisionali da cui siamo esclusi – spiegano – abbiamo dovuto fare ricorso ad una forma di protesta nuova per la nostra componente, utilizzando la formula dell’assenza ingiustificata, prevista all’interno del contratto di specializzazione. Rispetto all’aumento del 20% della tassazione, abbiamo incontrato informalmente il Rettore nei giorni precedenti alla protesta e ci ha fornito alcune garanzie rispetto all’apertura di un canale comunicativo diretto con gli organi centrali. Questo – continuano – ha portato i rappresentanti dell’Ateneo ad intervenire durante il presidio. Manterremo alta l’attenzione per arrivare a scongiurare questo aumento della tassazione, ma anche per insistere sul rispetto delle garanzie contrattuali in generale, e per avere voce in capitolo sulle scelte che ci riguardano».

«Il presidio è stato partecipatissimo, con quasi 600 specializzandi in camice a scioperare, e punte di adesione del 100% in alcune scuole. L’Assemblea continuerà la mobilitazione, lavorando di concerto con l’Ateneo, dal quale comunque arrivano aperture, come l’accogliere uno specializzando in qualità di uditore durante le sedute del Senato Accademico» specificano gli specializzandi.

LEGGI ANCHE: «PER I MEDICI SPECIALISTI UN CONTRATTO DI FORMAZIONE-LAVORO». L’ANNUNCIO DEL MINISTRO GIULIA GRILLO

«Il diritto di sciopero non è garantito all’interno del contratto di specializzazione – dichiara Niccolò Del Zanna, portavoce nazionale del Coordinamento “Chi si Cura di Te?” – . Dall’analisi che abbiamo svolto, di concerto con AlterEgo Legal Service, emerge chiaramente che l’unico strumento utilizzabile per far valere i propri diritti sotto forma di astensione dal lavoro sia l’assenza ingiustificata, che può comportare comunque delle conseguenze, ancora una volta a discrezione delle Scuole. È inoltre chiaro come, ai sensi del D.Lgs 368 del 1999, lo specializzando non possa essere in alcun modo accusato di interruzione di pubblico servizio, anche in caso di assenza ingiustificata, perché non ha obblighi assistenziali esclusivi, ai sensi proprio dell’articolo 38, che recita: “In nessun caso l’attività del medico in formazione specialistica è sostitutiva del personale di ruolo”».

«Impiegare specializzandi come sostituti nei reparti e negli ambulatori, infatti, affonda le sue radici in una prassi consolidata – come già affermato in precedenza dal Coordinamento – comporta enormi sacrifici in termini di orario di lavoro e assenze giustificate (impropriamente chiamate “ferie”), con specializzandi sottoposti spesso a turni massacranti, a fronte di un turn over rallentato, quando non assente, in molte Regioni italiane».

LEGGI ANCHE: SPECIALIZZANDI, LORENZO PAGLIONE (CHI SI CURA DI TE?): «SPESSO SOPPERISCONO A CARENZE DI PERSONALE MA NON HANNO FORME DI WELFARE DIRETTO»

«Non si tratta di porre dei paletti rigidi all’orario di ingresso ed uscita, cosa che ovviamente renderebbe l’apprendimento frammentato – evidenzia Del Zanna – in riferimento ai lunghi interventi chirurgici o ai percorsi diagnostici più complessi, ma solo di rispettare il nostro ruolo di soggetto in formazione all’interno dei Policlinici Universitari» conclude.

LEGGI ANCHE: LA LETTERA DI UN MEDICO STRESSATO: «IL MIO LAVORO STA PROSCIUGANDO LA MIA UMANITÀ»

Per migliorare le condizioni di vita e lavoro dei giovani professionisti dell’ambito sanitario, il Coordinamento “Chi si cura di te?” ha prodotto un vademecum esplicativo, a partire proprio dal contratto di specializzazione.

Articoli correlati
Grazie all’intelligenza artificiale 1 persona su 2 potrebbe lavorare solo 4 giorni a settimana
Secondo un nuovo studio incentrato sulla forza lavoro britannica e americana, l’intelligenza artificiale potrebbe consentire a milioni di lavoratori di passare alla settimana lavorativa di quattro giorni entro il 2033
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
Tumori: 1 paziente su 6 abbandona il lavoro. Dalla Rete ROPI 3 proposte «salva-posto»
La ROPI ha analizzato 4 proposte di legge su congedi e indennizzi sul lavoro per i pazienti oncologici,, facendo emergere per ognuna di esse «luci e ombre». Si è arrivati così a individuare alcune proposte chiave per migliorare le regole a tutela dei lavoratori con tumore che Stefania Gori, presidente ROPI, ha presentato oggi in audizione alla XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) alla Camera dei Deputati
di Redazione
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
Contanti o bancomat? Le spese sanitarie detraibili nel 2023: istruzioni per l’uso
Anche se c'è ancora tempo per la dichiarazione dei redditi, può essere di grande aiuto iniziare a fare ordine tra le «scartoffie» e capire quali spese sanitarie si possono detrarre e quali no. Specialmente da quando è stata approvata la norma secondo la quale alcune prestazioni sono «scaricabili» solo se pagate tramite sistemi tracciabili, come il bancomat o la carta do credito. Ci sono infatti delle eccezioni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...