La denuncia di Anaao Giovani e Associazione Liberi Specializzandi: «Insoddisfacente l’incontro al Mur e ministro era assente. Tuteleremo 24 mila colleghi»
Specializzandi pronti ad azioni legali se non ci saranno soluzioni concrete per il concorso delle scuole di specializzazione 2020-2021. Dopo il blocco delle graduatorie a causa dei troppi ricorsi. Anaao Giovani e l’associazione Liberi specializzandi, in una nota, «giudicano insoddisfacente» l’incontro al ministero dell’Università e Ricerca, convocato per trovare una soluzione ai problemi legati al concorso 2020-2021.
«Per di più l’ennesima assenza del ministro Gaetano Manfredi al tavolo di confronto, dallo stesso convocato e organizzato, ci ha lasciati dubbiosi sulle sue reali intenzioni», scrivono i giovani medici. Più di tutto il riferimento va alla mancanza di riferimenti «ai rimedi procedurali da adottare in risposta alle azioni legali che si sono succedute in queste settimane, dopo le modifiche al regolamento concorsuale che stanno tenendo in ostaggio oltre 24 mila medici».
«Nessuna rassicurazione sulla tempistica di avvio dei percorsi di specializzazione – si legge ancora -. La mancanza di trasparenza nella comunicazione da parte del Ministero contribuisce a creare un clima di tensione per un’intera generazione di giovani medici, che non chiede altro che completare la propria formazione professionale e non essere costretta ad emigrare».
«Da parte nostra – riferiscono le due sigle – abbiamo ribadito con forza che la priorità è mettere il concorso in sicurezza da azioni legali che possono compromettere tutta la procedura concorsuale e che occorre l’immediata pubblicazione della graduatoria concorsuale, eliminando tutte le norme che possono paralizzare l’intero Sistema della formazione medica».
«Per senso di responsabilità attenderemo e valuteremo la precisa road map assicurata dai tecnici del ministero, riservandoci, qualora la vicenda non si concluda in tempi rapidi e con modalità soddisfacenti, azioni legali al fine di tutelare i 24 mila giovani colleghi che, dopo anni di studio e sacrifici, vivono in questi giorni momenti di estrema insicurezza sul loro futuro. Ribadiamo – concludono – ancora una volta che i medici non possono essere ostaggio di errori procedurali e non possono pagare a caro prezzo manifeste incapacità gestionali».
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