Ma il Ministero della Salute registra un calo di 3mila posti di lavoro
La sanità è donna. Lo dicono gli ultimi dati disponibili sul personale del Servizio sanitario nazionale.
Stando al documento appena presentato dal Ministero della Salute e riguardante i dati del “Personale delle A.S.L. e degli istituti di cura pubblici”, i professionisti del gentil sesso operanti nel Ssn raggiungono il 65,3 per cento del totale, in aumento dello 0,7 per cento rispetto all’anno precedente. Almeno questo accadeva nel 2011, ultimo anno esaminato dall’Ufficio di Direzione Statistica del dicastero guidato da Beatrice Lorenzin. Si tratta dunque di numeri che potrebbero non rispecchiare in pieno la situazione attuale, ma che indicano comunque un trend interessante se paragonato a quelli dello studio precedente.
Nel 2010, infatti, i medici e gli odontoiatri donna operanti nelle strutture pubbliche raggiungevano il 36,9 per cento del totale. Un dato che l’anno successivo è aumentato fino a toccare il 38,3 per cento. In questo ambito, dunque, gli uomini sono più numerosi delle donne, se non fosse per lo schiacciante 77,3 per cento che caratterizza il dato relativo al personale infermieristico “rosa” e che sposta la media a favore di quest’ultimo.
Ma non basta. Se paragoniamo l’intero personale dipendente del Ssn operante nel 2011 con quello dell’anno precedente, si nota che gli uomini sono diminuiti di quasi 6.500 unità (234.111 contro 227.701), mentre le donne sono aumentate di 3.343 elementi (412.125 contro 415.468). Il totale del personale è quindi sceso, da un anno all’altro, di circa 3mila dipendenti (646.236 contro 643.169). Sono poi in calo tutte le voci del personale (sanitario, professionale, tecnico e amministrativo) e dei medici e odontoiatri (107.448 contro 106.779). L’unica voce positiva è dunque quella relativa al personale infermieristico, cresciuto dalle 263.803 unità del 2010 alle 264.378 dell’anno successivo.