Il presidente Unpisi: «In Italia, i professionisti sono circa 15 mila. Prevenzione, verifica e controllo in materia d’igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, in ambito alimentare e veterinario, Sanità Pubblica e Protezione ambientale, le principali attività svolte»
«Già nell’VIII secolo a.c c’era chi controllava la salubrità delle terme, tra un trattamento all’altro. Lo testimoniano alcune iscrizioni rinvenute negli scavi di Pompei. Dipinti o graffiti che ci rivelano un lavoro antichissimo». Maurizio Di Giusto, presidente Unpisi, (Associazione nazionale rappresentativa professionale) parla della Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, una Professione che seppur mutata nel tempo, esisteva già migliaia di secoli fa. «Anche se – ha sottolineato Di Giusto – la nascita ufficiale del profilo, con le funzioni e le competenze che noi oggi conosciamo, risale alla fine degli anni ’90, con l’istituzione del DM n° 58 del 17/1/97, che lo identifica come il professionista “responsabile, nell’ambito delle proprie competenze, di tutte le attività di prevenzione ,verifica e controllo in maniera d’igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria”».
E quali sono questi compiti dell’età contemporanea? «È un operatore sanitario responsabile delle attività di prevenzione, verifica e controllo – ha commentato il presidente Unpisi – in materia d’igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, protezione ambientale, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria».
Il Tecnico della Prevenzione rientra nell’elenco delle professioni sanitarie che, a seguito della legge Lorenzin ha visto costituire, con altre Professioni Sanitarie, il proprio ordine professionale di riferimento (TSRM-PSTRP) ed a seguito del DM 13/3/18 il proprio Albo di appartenenza. «Così come previsto dalla legge – ha detto Di Giusto – dal 1 luglio abbiamo avviato la fase di pre-iscrizone. Ad oggi, sono 6-7 mila i che hanno aderito all’albo. Quasi il 50% del totale se si considera che, secondo le più recenti stime, i Tecnici della Prevenzione, in Italia, tra laureati e impiegati nei servizi pubblici, sono circa 15 mila».
Le iscrizioni sono aperte a tutti coloro che hanno conseguito la laurea in Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro o sono in possesso di titolo equipollente, così come indicato dal decreto del 27 luglio del 2000 (Equipollenza di diplomi e attestati al diploma universitario di tecnico della prevenzione dell’ambiente e luoghi di lavoro, ai fini dell’esercizio professionale e dell’accesso alla formazione post-base, ndr). «La laurea triennale – ha spiegato il presidente dell’Associazione rappresentativa, – fornisce una formazione complessiva di base. Il panorama delle specializzazioni, invece, è piuttosto variegato: è possibile frequentare master, corsi post laurea e/o di qualifica professionale, nonché approfondire le proprie competenze on the job , all’interno del proprio luogo di lavoro».
Le possibilità di impiego per un Tecnico della Prevenzione sono molteplici, questo professionista sanitario può lavorare sia nel pubblico, che nel privato: «Aziende Sanitarie Locali, Arpa, Provincie, Comuni ed altri Enti – ha specificato il presidente Unpisi – sono i principali impieghi pubblici. I Professionisti che lavorano in una Asl ed in Arpa svolgono particolarmente funzioni di vigilanza e controllo, dai luoghi di lavoro, alla sicurezza alimentari, all’igiene delle strutture di accesso pubblico (alberghi piscine palestre, inquinamento indoor. ecc), oltre alle attività e pareri di supporto autorizzativo. All’interno dell’Arpa le funzioni sono più specificatamente rivolte alla protezione ambientale: ad esempio campionamenti delle acque, analisi di rifiuti, amianto o altri materiali dannosi per la salute. Negli enti pubblici, come comuni, regioni, il Tecnico della Prevenzione riveste un ruolo fondamentale in tutti quei settori ad esempio connessi alla ristorazione collettiva, all’igiene urbana, servizi di prevenzione e protezione».
«Quali liberi professionisti o come dipendente, nel settore privato, invece i tecnici della Prevenzione – ha commentato Di Giusto – hanno un ruolo primario esprimendo le proprie competenze sempre negli ambiti di riferimento professionale e supportando i rispettivi datori di lavoro e/o responsabili in tutti quei processi previsti come cogenti dalla normativa, ad esempio nell’ambito della sicurezza alimentari dai regolamenti comunitari, Haccp. Nell’ambito della sicurezza sul lavoro con la valutazione e gestione dei rischi come prescritto dalla legge 81/08 (Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ndr) operando in tale contesto nei Servizi di Prevenzione e Protezione o come anche oggi definiti nei servizi aziendali di Safety and Health Management. Nell’ambito della gestione ambientale tutti gli adempimenti connessi a quanto prescritto dal testo unico ambientale (ndr D.Lgs 152/06), es tutela delle acque gestione dei rifiuti, emissioni in atmosfera. Infine, sia nel pubblico quanto nel privato l’attività di progettazione ed erogazione della formazione (sia rivolta ai lavoratori sia ai cittadini) oltre a rispondere agli adempimenti obbligatori previsti dalle norme relative, rappresenta un elemento importante delle attività del Tecnico della Prevenzione nel favorire e promuovere la Cultura della Prevenzione».
Sia nel pubblico che nel privato, a prescindere dallo specifico ruolo affidato ad ogni singolo tecnico della prevenzione, per tutti l’istituzione dell’albo rappresenta un importante traguardo. «È una conquista doppia – ha specificato Di Giusto -. Da un lato, i Professionisti potranno contare su maggiori tutele, dall’altro – ha concluso – a datori di lavoro, clienti e cittadini verrà assicurata una vigilanza costante in materia di etica e deontologia professionali».