Con Maurizio Di Giusto, presidente della Cda nazionale dei TPALL, il punto sullo stato dell’arte della proposta di legge per inserire i Tecnici della Prevenzione nell’organico dei Comuni con più di 20mila abitanti
Era il 20 ottobre del 2020 quando Caterina Licatini, deputata 5 Stelle, ha presentato (come prima firmataria) una proposta di legge che mira ad inserire i Tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei Luoghi di lavoro (TPALL) nell’organico dei Comuni con più di 20mila abitanti. A distanza di un anno Maurizio Di Giusto, presidente della Commissione di albo nazionale dei TPALL, in un’intervista a Sanità Informazione racconta le finalità della proposta e illustra le tappe necessarie affinché dalla teoria si possa passare alla pratica.
«Che il Tecnico della Prevenzione possa avere un ruolo strategico all’interno della pubblica amministrazione è, ormai, risaputo da molto tempo – dice Di Giusto -. Ma è stata senz’altro la pandemia ad accendere i riflettori sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Per questo, lo scorso anno, nel pieno dell’emergenza, l’onorevole Licatini ha ritenuto urgente e necessario proporre una legge che inserisse questa figura professionale nell’organico dei Comuni con più di 20mila abitanti».
Il tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro è un operatore sanitario responsabile, nell’ambito delle proprie competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia d’igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria.
«In questi ambiti – aggiunge Di Giusto -, il TPALL può essere di supporto alle amministrazioni pubbliche, sia per la tutela della sicurezza di tutti i dipendenti, sia per la valutazione dei rischi in ambienti cruciali per la società, come possono esserlo, ad esempio, gli edifici scolastici. Ancora, il tecnico della prevenzione può intervenire in altre importanti aree strategiche come la gestione dei rifiuti e la ristorazione scolastica e collettiva».
I tecnici della prevenzione in Italia sono circa 13mila: «La maggior parte è impiegata nel SSN e nelle agenzie di protezione ambientale – dice il presidente della Commissione di albo nazionale dei TPALL -. Pochissimi colleghi sono, invece, già impiegati nella pubblica amministrazione. L’eventuale fabbisogno di professionisti derivante dall’approvazione di questa legge potrebbe essere pienamente soddisfatto sia in termini numerici che di preparazione professionale, essendo molti i tecnici della prevenzione in possesso di titoli specialisti utili ad operare proprio in questo settore».
La settimana scorsa si è tenuto un convegno alla Camera dei Deputati promosso dalla deputata Caterina Licatini proprio per ribadire l’importante ruolo del Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, «una dimostrazione – sottolinea Di Giusto – che l’attenzione sulla proposta di legge è tuttora alta. Durante l’evento, infatti, è stata sottolineata l’utilità del nostro ruolo professionale ed espressa la volontà, anche da altri esponenti politici, di andare avanti per questa strada, così da giungere, quanto prima, all’approvazione della legge. Si auspica che le pubbliche amministrazioni possano diventare promotrici al più presto di un maggior utilizzo della nostra figura professionale poiché – conclude – la presenza di una progettazione attenta può davvero salvare delle vite umane».
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