La figura professionale è presente in tutti i dipartimenti di salute mentale, ma lavora anche in centri residenziali o diurni, nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura e in quelli per le doppie diagnosi, in contesti domiciliari, svolgendo una funzione sia sanitaria, che sociale
Il 13 maggio di quarant’anni fa la legge Basaglia sanciva la definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici. Sette mese più tardi, un’altra legge istituiva il Sistema Sanitario Nazionale. Due grandi rivoluzioni che hanno ridisegnato il mondo della Sanità italiano sia da un punto di vista infrastrutturale, che professionale. «È in questi anni di cambiamento che nasce anche il tecnico della riabilitazione psichiatria – ha raccontato Roberta Famulari, presidente dell’AITeRP, l’Associazione Italiana Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica – La chiusura degli ospedali psichiatrici e la conseguente riforma psichiatrica hanno inaugurato un’assistenza incentrata sui principi della psichiatria di comunità, che fa del territorio il luogo privilegiato dove erogare le cure ed effettuare la presa in carico del paziente».
In questo nuovo contesto nasce l’esigenza di formare una figura che potesse occuparsi nello specifico ed in modo esclusivo di riabilitazione: «Il tecnico della riabilitazione psichiatrica – ha spiegato Famulari – agisce su due assi fondamentali: la prevenzione e la cura. In ambito preventivo, individua i fattori di rischio sia rispetto all’individuo, che alla famiglia o all’ambiente in cui vive. Da un punto di vista clinico, quindi curativo e riabilitativo, si occupa, invece, del funzionamento cognitivo, emotivo-affettivo e psico-sociale della persona».
Il tecnico della riabilitazione psichiatrica è presente in tutti i dipartimenti di salute mentale, ma «lavora anche – ha aggiunto la presidente dell’Associazione di categoria – in centri residenziali o diurni, nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura e in quelli per le doppie diagnosi, in contesti domiciliari, svolgendo una funzione sia sanitaria, che sociale».
Da quest’anno, e più precisamente dal primo luglio 2018, anche i Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica hanno dovuto costituire un proprio Ordine insieme alle altre professioni sanitarie annoverate nella legge Lorenzin, che ha preso la denominazione di Ordine TSRM e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. «Finora – ha detto Famulari – le richieste di pre-iscrizione sono circa 1.800, a fronte di circa 4.500 professionisti stimati in Italia».
Ma le novità per i tecnici della riabilitazione psichiatrica non finiscono qui: «Durante la prima riunione a carattere nazionale, indetta dalla nostra associazione durante il mese di novembre – ha spiegato la presidente – non si è discusso solo del nuovo assetto ordinistico. I professionisti di categoria si sono confrontati anche sul core competence della professione ed entro la prossima primavera – ha concluso Famulari – verrà pubblicato un testo che delineerà l’identità culturale del tecnico della riabilitazione psichiatrica e fornirà le indicazioni necessarie a garantire una formazione accademica omogenea su tutto il territorio nazionale».