Al Congresso TSRM e PSTRP anche i rappresentanti delle due associazioni maggiormente rappresentative di categoria. Stimati 5mila professionisti
Sono i professionisti sanitari che si occupano di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili. Con la legge 3 del 2018 i Tecnici della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva sono confluiti nel maxi Ordine delle professioni sanitarie TSRM e PSTRP e hanno partecipato al primo Congresso nazionale che si è svolto a Rimini. A Rimini abbiamo incontrato i rappresentanti delle due associazioni maggiormente rappresentative: Maria Letizia Tossali, Presidente AITNE, Associazione italiana Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva e Giulio Santiani, Vicepresidente ANUPI TNEE, Associazione dei Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva. Alla politica chiedono «attenzione» per una figura unica nel panorama europeo e che si faccia ricorso sempre di più a questi specialisti, mentre spesso «nei servizi si usano spesso operatori generici».
Si è svolto il Primo Congresso della Federazione degli Ordini TSRM e PSTRP. La vostra categoria come si è approcciata a questo evento?
«Per noi è fondamentale il lavoro interdisciplinare – afferma Tossali – è una esigenza importante per l’età evolutiva e quindi è stata un’ottima occasione di scambio e di visibilità anche del mondo sanitario».
«È un momento storico dal punto di vista delle istituzioni perchè finalmente tutte le professioni sanitarie hanno un contenitore ordinistico e questo per noi in particolare è significativo perché occupandoci solo di età evolutiva finiamo per essere sempre un po’ a latere delle grandi decisioni perché i bambini hanno una grande importanza ma spesso poca rilevanza», sottolinea Santiani.
Quanti siete come categoria professionale?
«C’è molto sommerso, siamo intorno ai 5mila» chiarisce Tossali.
Alla politica cosa chiedete?
«Noi chiediamo attenzione alla nostra categoria professionale perché siamo poco presenti nei servizi, chi c’è non è sufficientemente valorizzato, non siamo coinvolti nelle decisioni che riguardano l’età evolutiva. Le competenze le abbiamo e secondo noi è il momento di farlo» sottolinea Tossali.
«L’aspetto di essere nei servizi per l’età evolutiva dove è necessario uno specialista dell’età evolutiva. Lo Stato investe molte risorse per formare degli specialisti. Per tre anni gli studenti si formano sull’età evolutiva e poi nei servizi si usano spesso operatori generici» chiarisce Santiani.
Se una famiglia vuole trovare uno specialista come voi dove deve andare?
«All’interno dei servizi ci sono le strutture relative che hanno nomi diversi sul territorio. Comunque diciamo di solito che si tratta di servizi per l’età evolutiva. Possono essere servizi per l’età evolutiva possono essere servizi di tutela e riabilitazione per l’età evolutiva, oppure di neuropsichiatria infantile, di solito all’interno delle Asl o nei dipartimenti materno infantili c’è questo ambito dedicato all’età evolutiva che si occupa dei disturbi di sviluppo. Quindi una famiglia con dei dubbi può rivolgersi lì se parliamo di sistema sanitario pubblico» spiega Tossali.
Nello specifico di cosa vi occupate?
«In particolare dei disturbi dello sviluppo quindi tutto ciò che abitualmente viene conosciuto come ciò che viene riabilitato o abilitato. Andiamo dalle grandi sindromi come lo spettro autistico fino ai disturbi DHD più tutti i disturbi dell’apprendimento, i disturbi comportamentali e le grandi sindromi di tipo genetico» chiarisce Tossali.
«E anche i disturbi della comunicazione», aggiunge Santiani.