«Per i non ammessi alla facoltà di Medicina e Chirurgia la possibilità di presentare un ricorso è un diritto-dovere». La voce dei concorrenti dell’università Federico II di Napoli
«Il merito non può essere penalizzato». È per questo che Alessandro, 18 anni di Casoria, dice «sì al ricorso». Il giovane napoletano era tra i 6 mila studenti che, lo scorso 4 settembre, hanno concorso per l’ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università Federico II di Napoli.
LEGGI ANCHE: NUMERO CHIUSO, PUBBLICHE GRADUATORIE ANONIME. IDONEI 40.447 CANDIDATI SU 59.743, PASSA IL 67,7% DEL TOTALE
«Personalmente, nella mia aula – ha spiegato Alessandro ai microfoni di Sanità Informazione – non ho visto anomalie evidentissime. Ciò non esclude che altrove ci possano essere state irregolarità. E chi ne è stato spettatore – ha ribadito – ha il diritto di presentare un ricorso».
LEGGI LO SPECIALE SUL NUMERO CHIUSO
Un diritto che per altri studenti è soprattutto un dovere: «Il ricorso – ha commentato un altro dei concorrenti al test all’università partenopea – è una vera e propria necessità. Soltanto facendo emergere tutte le difformità possiamo evitare che continuino a ripetersi».
Il parere di professionisti esperti nella tutela di questo tipo di diritti è fondamentale per capire come muoversi. Ed ecco che il parere di realtà come Consulcesi, che si occupa da oltre vent’anni di tutela legale di medici e aspiranti camici bianchi, diventa importante in questi casi. Una valutazione che può essere richiesta in qualsiasi momento consultato il sito www.numerochiuso.info, che offre la possibilità anche di un confronto diretto tra tutti gli studenti.
E tra la folla di aspiranti camici bianchi non mancavano nemmeno i giovani al secondo o terzo tentativo. «Ho presentato un ricorso già lo scorso anno – ha spiegato uno dei candidati – perché ho avuto un problema con il lettore ottico che non ha considerato nessuna delle tre domande che avevo corretto, domande che mi avrebbero fatto raggiungere il punteggio necessario ad aggiudicarmi il posto in facoltà. Speriamo – ha concluso – che questa volta non emergano nuove anomalie».