Guarino (Link): «Serve prospettiva di lungo periodo». Lang (FGC): «Tutti i ricorsi presentati sono dimostrazione che questo metodo non funziona». Lucassen (Noi Restiamo): «24 e 25 settembre sciopero»
Era quasi spettrale, la città universitaria della Sapienza di Roma, questa mattina. I 4500 ragazzi che hanno sostenuto il test di ingresso per la Facoltà di Medicina sono stati convocati in orari diversi per evitare assembramenti. Si sono ordinatamente messi in fila davanti agli ingressi e hanno seguito le procedure per poter accedere. Poi, sono entrati a piccoli gruppi nelle aule che gli sono state assegnate. Dalle 10.30 in poi, le uniche voci che si sentono all’interno dell’ateneo sono quelle dei giornalisti e degli addetti alla sicurezza.
A fare un po’ di confusione in piazzale Aldo Moro, all’ingresso principale dell’università, alcune organizzazioni studentesche che anche quest’anno hanno manifestato contro il numero chiuso. “La pandemia lo ha dimostrato, anche il numero chiuso va abrogato. Salviamo il Sistema sanitario”; “Contro l’università d’elite gli studenti alzano la testa”; “Il numero chiuso non è salutare”, recitavano alcuni striscioni che hanno mostrato davanti agli archi della Sapienza.
«Le barriere all’accesso delle università sono una cosa assurda e ingiusta – commenta Camilla Guarino, Coordinatrice di Link Coordinamento Universitario -. Soprattutto dopo mesi in cui il Paese vive un’emergenza sanitaria. Per essere pronti, la prima difesa è la formazione, è la possibilità di avere più posti in Facoltà e più borse di specializzazione. Bisogna abolire l’imbuto formativo e serve una prospettiva di lungo periodo, considerando che nei prossimi anni mancheranno 50 mila professionisti della salute. Questa programmazione è stata fallimentare e negli scorsi mesi ha fatto collassare la sanità».
Simile il punto di vista di Lorenzo Lang, Segretario nazionale del Fronte della gioventù comunista: «Questo è un metodo di selezione di classe, perché ad esempio ci sono persone che si possono permettere i corsi di preparazione e altre no. Questo sistema di valutazione non è valido, e la presenza di così tanti ricorsi ogni anno è la rappresentazione plastica di come questa forma non consenta di valutare adeguatamente la preparazione. Passa il più fortunato o chi ha condizioni di partenza migliori. Sono anni che protestiamo contro il numero chiuso e quest’anno le nostre ragioni sono ancora più forti, ed è assurdo che non sia stato messo in discussione nemmeno di fronte ad una pandemia. Medici e infermieri sono eroi, ma il governo se l’è già dimenticato. Più di 40mila operatori sanitari sono stati contagiati, anche perché costretti a turni massacranti causati dalle carenze di personale. Risolvere l’imbuto formativo non basta per superare questi problemi. Per una sanità di qualità, andrebbe ridotto anche l’orario di lavoro di medici e infermieri».
«Contestiamo i test d’accesso che precludono il libero accesso alle università – aggiunge infine Elettra Luna Lucassen di Noi Restiamo -. Quest’anno, tra l’altro, è stata anche raddoppiata la tassa per effettuare il test, arrivata a 100 euro. Il 24 ed il 25 settembre quindi saremo in piazza per uno sciopero a 360 gradi di tutto il mondo della formazione, contro il numero chiuso, la didattica a distanza e il precariato».
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