Il relatore sarà il deputato e medico Cinque Stelle Manuel Tuzi. Tutte le proposte prevedono l’abolizione della legge 264 del 1999. Tiramani (Lega) e D’Uva (M5S) propongono un meccanismo di selezione dopo il primo anno di studi
L’abolizione del numero chiuso alla Facoltà di Medicina si avvicina sempre di più. A partire da mercoledì 31 ottobre inizierà l’iter del provvedimento in Commissione Cultura alla Camera dei deputati (sede referente). L’esame delle “norme in materia di accesso ai corsi universitari” vedrà un relatore unificato, che sarà il medico Cinque Stelle Manuel Tuzi e la convergenza, probabilmente verso un testo unico, di diversi disegni di legge: quello del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, quello del Consiglio Regionale del Veneto, del Capogruppo alla Camera dei Cinque Stelle Francesco D’Uva e del deputato della Lega Paolo Tiramani.
Tutte le proposte mirano all’abrogazione della legge 264 del 1999, quella che istituì il numero chiuso.
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Tra i più determinati e combattivi c’è il deputato leghista Paolo Tiramani: nella sua proposta si prevedono entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge «meccanismi selettivi per gli studenti iscritti a corsi universitari, consistenti nell’individuazione di quote minime di esami di profitto da superare durante il primo anno di corso, prevedendo la decadenza dall’iscrizione dello studente inadempiente» al netto di problemi di salute certificati dal medico.
«Non è giusto vincolare la carriera lavorativa, l’aspettativa di un giovane all’esito di un test che avviene in un solo giorno – ha detto Tiramani a Sanità Informazione – Questo sicuramente non va bene, bisogna dare la possibilità a tutti di accedere alla facoltà e poi solo chi è veramente meritevole, chi si impegna con una media voto importante potrà andare avanti».
Più articolata la proposta del Movimento Cinque Stelle che prevede un modello alla francese con corsi a numero programmato ma che sia strutturato in modo da garantire a tutti gli studenti di dimostrare realmente le effettive attitudini ai corsi di studio ai quali non è possibile assicurare a oggi il libero accesso. Il test di verifica sarebbe predisposto solo al termine del primo anno.
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Le proposte di legge di Fratelli d’Italia edel Consiglio regionale del Veneto prevedono in sostanza la semplice abolizione della legge 264 del 1999.