Il governatore lombardo: «Investire nelle assunzioni». Il senatore UDC: «Presenterò interrogazione al Ministro Manfredi. Si rifletta sulla possibilità di annullare i test, occasione di inutile e pericoloso assembramento»
A pochi giorni dal test di ingresso a Medicina, che si terrà in tutta Italia il prossimo 3 settembre, si riapre il dibattito sul meccanismo del numero chiuso. Ad intervenire sul tema al Meeting di Rimini, il governatore della Lombardia Attilio Fontana: «Il numero chiuso dovrà forse essere un po’ rivisto o dovrà essere modificata questa impostazione. Oggi noi abbiamo anche carenza di personale sanitario» ha detto secondo quanto riportato dall’Adn Kronos.
Tra le mosse necessarie in campo sanitario secondo Fontana, infatti, «dobbiamo investire nelle assunzioni: con la pandemia abbiamo potuto iniziare ad assumere anche se avremmo bisogno di ulteriori assunzioni. Dobbiamo cercare di organizzare una rete territoriale e dovremmo cercare di
continuare a investire nel miglioramento tecnologico dei nostri ospedali». Bisognerebbe allora «dare più spazio anche al fatto che ci sia un maggior numero di medici che possano laurearsi e specializzarsi nel nostro Paese».
Ad accendere i riflettori sui rischi del test di ammissione legati al Covid poche ore prima era stato il senatore UDC Antonio Saccone: «Molti giovani che si dovrebbero apprestare a sostenere i test d’ingresso universitari, in molti casi obbligatori anche per indirizzi non a numero chiuso, si trovano in queste ore nella condizione, al rientro dalle vacanze, di dover affrontare la quarantena. Molti di questi, oltretutto, stanno risultando positivi ai tamponi imposti dal ministero della Salute. È necessario e urgente che il Ministro dell’Università Manfredi venga in Parlamento e ci dica che misure intende attuare per questa problematica che sta diventando, negli ultimi giorni, altrettanto importante come la ripresa dell’anno scolastico per le scuole».
«Intendo presentare un’interrogazione urgente al Ministro per capire cosa farà per evitare che molti studenti che si accingono ad iniziare il loro percorso universitario non rischino di trovarsi bloccato l’accesso ai corsi. A nostro avviso è necessario riflettere anche sulla possibilità di annullare questi test che, oltretutto, rischiano di essere un’occasione di inutile e pericoloso assembramento all’interno degli atenei», conclude Saccone.