Affrontiamo una breve panoramica su come difendersi dalle truffe online e su quali strumenti assicurativi possono aiutarci.
Quello del cybercrime è un fenomeno globale in grande crescita. Tanto per dare qualche numero, stime recenti hanno quantificato in quasi 50 milioni di dollari le perdite mondiali causate dalle truffe online nel settore dell’e-commerce per il 2023, con un incremento del 20% rispetto a quanto totalizzato l’anno precedente. Una cifra da capogiro.
Tantissime sono le tipologie di truffa digitale in cui un comune utente della rete può incappare. Farne l’elenco sarebbe un‘impresa che va oltre lo scopo di questo articolo. Qui ci limiteremo a segnalarne alcune tra le più comuni. Ma andiamo per ordine, ed iniziamo a chiarire innanzitutto che cosa si intende con “truffa online”.
Va necessariamente fatta una distinzione tra “truffa online” e “frode informatica”, due concetti apparentemente sinonimi ma che, in realtà, rimandano a due reati ben distinti.
Come recita l’Art.640 del Codice Penale, una truffa si ha quando “[c]hiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno […]”. Va da sé che una truffa online sarà compiuta tutta quanta in modalità virtuale – su internet, attraverso i canali social o su piattaforme web – senza necessariamente accedere o manomettere il sistema informatico di chicchessia. Tale reato è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Si definisce invece “frode informatica” l’alterazione del funzionamento di un sistema informatico o l’intervento “[…] senza diritto, con qualsiasi modalità, su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti […]”, procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. Come ci ricorda l’Art.640 ter del Codice Penale, la pena consiste nella reclusione da sei mesi a tre anni. Un esempio classico di frode informatica è il cosiddetto “phishing”, ovvero il carpire informazioni strettamente personali e delicate (password, codici bancari e quant’altro) per mezzo di messaggi – tramite mail o sui social – che appaiono provenire da affidabili fornitori di servizi.
Il fatto che la truffa online sia un reato punito più severamente rispetto alla frode informatica è dovuto all’aggravante della minorata difesa. Come specifica l’Art.61 n.5 del Codice Penale, in tal caso il malfattore profitta “[…] di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”. Cioè a dire: il mascheramento dell’identità del reo, così come la sua impossibile localizzazione geografica, pongono questi in una posizione di forza tale da impedire al raggirato di potersi difendere agevolmente, durante e dopo l’azione criminale.
Molto comuni sono le truffe di tipo finanziario: troviamo sui social e sul web numerosi annunci, nei quali si promettono guadagni stratosferici con un minimo investimento. Alcuni di questi “promotori” utilizzano un classico schema della truffa in ambito finanziario, quello detto “di Ponzi”. In pratica, si raccolgono soldi garantendo guadagni importanti in tempi brevi; i primi clienti ricevono lauti interessi e così la voce si sparge; si continua a pagare interessi consistenti, utilizzando però come liquidità per remunerare gli investitori lo stesso danaro da questi ultimi investito. La truffa si interrompe quando le richieste di rimborso superano quelle dei nuovi versamenti.
Altra modalità di raggiro è quella di imbastire la cosiddetta “truffa della lotteria”: viene inviata una mail apparentemente affidabile, come se provenisse da un interlocutore istituzionale, con la quale si comunica che la fortuna ha girato dalla nostra parte e si è vinto alla lotteria. Per incassare il lauto premio, è però necessario pagare una piccola tassa. Una volta fatto il versamento dell’obolo, ovviamente, il truffatore scompare.
Molto comune è inoltre la 419 scam o truffa alla nigeriana, che vede come protagonista un facoltoso uomo d’affari, o addirittura un nobile, generalmente proveniente da un paese africano. In una delle sue varianti, questi ci invia una mail chiedendoci il favore di far da prestanome per sbloccare un conto milionario, garantendoci una lauta ricompensa. L’unico onere sarebbe quello di pagare qualche piccola spesa per gli adempimenti burocratici. Una volta incassati i soldi, nessuno ovviamente si farà più vivo. Sembra incredibile, visto che questa storia circola in rete dalla metà degli anni Novanta, ma ancora si contano globalmente oltre 100 milioni di dollari l’anno di ricavi illeciti grazie a questo “trucchetto”.
Non va infine trascurato il vastissimo fenomeno dei ghost broker, ossia i truffatori digitali che si fingono autentici broker assicurativi vendendo RCA a prezzi decisamente stracciati. Qui il rischio, per la vittima, è elevatissimo: non solo si perdono i soldi della polizza ma addirittura – in caso di sinistro auto con torto – si rischia di dover pagare cifre esorbitanti di propria tasca al terzo danneggiato! Fortunatamente l’IVASS, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, ha una sezione dedicata ai rischi assicurativi cyber, nella quale è possibile trovare anche un elenco dei siti abusivi.
Ma come è possibile proteggersi, da un punto di vista assicurativo, dalle cyber-truffe? Negli ultimi anni moltissime compagnie di assicurazione hanno fatto uscire sul mercato soluzioni specifiche a tutela dei rischi digitali della famiglia. Le garanzie presenti in tali polizze sono piuttosto semplici e, a parte qualche differenza tra prodotto e prodotto, esse possono essere riassunte come segue.
Innanzitutto con una polizza cyber dedicata alle famiglie si coprono i rischi di perdita pecuniaria, sia a seguito di frode informatica sia a seguito di truffa digitale. Inoltre, viene sempre data anche una garanzia di responsabilità civile: se viene violata la privacy o si fa uso improprio di materiale protetto da copyright, o se si è responsabili involontari di attacchi cyber, la polizza ci protegge sino al massimale assicurato. Anche le spese di difesa legale sono in genere incluse in una buona polizza cyber, molto utili nel caso si debba tentare di recuperare danaro a seguito di acquisti truffa.
Nel caso qualcuno intendesse valutare l’opzione migliore per sé e il proprio nucleo familiare, il consiglio è quello di fissare il prima possibile un appuntamento con un consulente che può suggerire le garanzie più adatte al caso.