Parla Domenico Iscaro, presidente della sigla sindacale: «La sanità deve essere una priorità nell’agenda del Governo. Il 2016 sarà un nuovo anno di battaglie per i medici italiani»
Siamo stanchi di tutto questo. Il nostro lavoro peggiora ogni giorno di più». Una lunga stagione di lotta si è conclusa per i medici, ma il nuovo anno li vede ancora sul piede di guerra. Tante le istanze, spesso complementari tra loro, che ancora non trovano risposte concrete e soddisfacenti.
Dal blocco del turn over agli orari di lavoro, Sanità informazione ha approfondito con Domenico Iscaro, presidente Anaao – Assomed, le principali criticità che, in questo avvio di 2016, non smettono di preoccupare i camici bianchi italiani.
«L’efficienza della nostra sanità è fortemente minata dalle recenti manovre economiche – attacca Iscaro -. Meno servizi, meno posti letto, liste d’attesa più lunghe e rincaro del ticket. Risulta sempre più difficile per il medico esercitare la professione con adeguati standard di qualità. Per i medici, inoltre, soggiunge il gravissimo problema delle dotazioni organiche: è da 7 anni ormai che il turnover è bloccato, e che quindi coloro che vanno in pensione non possono essere sostituiti. Le Regioni, dal canto loro – spiega -, ricorrono al lavoro precario quando possono, pagandolo in modo inadeguato, oppure non erogano il servizio. La conseguenza è che i cittadini sono costretti a rivolgersi a strutture private o, peggio, a rinunciare alle cure. Noi medici siamo stanchi di tutto questo – sbotta il presidente di Anaao -. Il nostro lavoro peggiora ogni giorno di più e, dal punto di vista etico e deontologico non ci sentiamo più in grado di rispondere a quella domanda di salute che dovremmo invece prioritariamente assolvere».
C’è un altro tema in questa protesta: quello dei turni massacranti. Lo scorso 25 novembre è entrata in vigore una legge per adempiere alla norma europea sugli orari di lavoro. Ma effettivamente, negli ospedali, si riescono a rispettare gli orari imposti da questa norma?
«Siamo l’unico Paese europeo che ha derogato rispetto alla normativa sull’orario di lavoro, ma a seguito della procedura di infrazione l’Italia ha dovuto adeguarsi e l’avrebbe dovuto fare con la legge del 25 novembre. Tuttavia – commenta Iscaro -, niente è cambiato. Siamo fermi alla proposta del ministro della Sanità di un emendamento in legge di Stabilità, che dovrebbe prevedere l’assunzione di 6000 medici. Ma pensare che le Regioni, già sottofinanziate e in grave deficit provvedano a queste assunzioni con risorse proprie, è un’utopia. I medici – continua – sono quindi costretti ancora una volta a ricorrere a migliaia di ore di straordinario non retribuite, con un maggiore carico di stanchezza e un maggiore rischio per il cittadino/paziente».
Una delle forme di resistenza per vedersi almeno riconoscere questo sacrificio è fare ricorso in tribunale. Laddove lo Stato non riesce a garantire un diritto forse potranno farlo i tribunali…
«Certo, è possibile ricorrere ai Tribunali dal momento che ormai l’orario è fissato per legge. Il nostro servizio sanitario come standard di qualità e performance è fra i migliori in Europa, con dati concreti a dimostrarlo. È da lì – conclude il presidente Iscaro – che dobbiamo ripartire e possiamo farcela, ma è ormai non più procrastinabile per il governo inserire la sanità tra le priorità in agenda».