Dopo l’interrogazione il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri annuncia le prossime tappe della ‘crociata’ per i diritti dei camici bianchi: «Chi fa ricorso ora ha un’autostrada spianata. Attendiamo le mosse del Governo, altrimenti pronta una mozione, un Ddl e un emendamento.»
Più che una battaglia, una vera e propria “crociata”. Così il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (CRi) ha definito il suo impegno concreto nel combattere il problema dei turni di lavoro massacranti cui sono sottoposti i medici.
Una missione che prende le mosse dall’interrogazione parlamentare di cui Lettieri è proponente e primo firmatario e a cui si sono aggiunte le firme dei senatori Piero Aiello (Ncd), Emilio Floris (FI), Antonio Scavone (GAL) e Maria Rizzotti (FI).
Ma questo è solo il primo passo. Se l’interrogazione non dovesse dare l’esito sperato, altre tappe via via più stringenti sono all’orizzonte. Sanità informazione ha chiesto i dettagli di questa iniziativa al protagonista della conferenza stampa sul tema tenutasi in Sala Nassirya al Senato: il primo firmatario dell’interrogazione, il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri.
«La nostra crociata nasce affinché venga ripristinato e mai più leso un diritto riconosciuto da leggi nazionali ed europee. I turni massacranti cui sono sottoposti i medici, tra l’altro, hanno effetti devastanti sull’ intero Ssn, e di conseguenza sulla comunità. E’ evidente che dopo aver lavorato per 24 ore il medico non può garantire prestazioni ottimali. Ci siamo mossi con questa interrogazione ai ministri della Salute e dell’Economia, per comprendere quali iniziative vogliano adottare – e in quali tempi – per ripristinare la normalità. Dopodiché valuteremo se presentare una mozione di impegno per il Governo, che spero sia sostenuta da tutte le forze politiche, visto che le ragioni che presentiamo non sono viziate da pregiudizi di parte o da finalità politiche. L’alternativa all’inerzia del Governo si concretizzerà in un Disegno di Legge o in un emendamento per risolvere il problema con criteri validi e legittimi».
Si tratta insomma di colmare una vera e propria falla nel sistema normativo, apertasi anche per la mancanza di coperture economiche. Se non venisse chiusa, tuttavia, il rischio di esborso per le Casse per lo Stato sarebbe ancora più pesante, vista l’ondata di ricorsi.
«È palese che il fatto che il Governo abbia modificato provvedimenti già approvati proprio dall’esecutivo. Stando così le cose, il medico che volesse fare ricorso troverebbe un’autostrada spianata davanti a sé, e raggiungerebbe l’obiettivo. Proprio perché penso a quanto possa essere pesante tutto ciò per i conti pubblici, in un momento di forte incertezza economica, se sarà necessario arriverò alla proposta legislativa, come già fatto per gli ex specializzandi. Saranno altrimenti le sentenze dei tribunali, con costi ulteriori, a confermare la ragione dei ricorrenti».