Guarire ferite gravi senza attesa nè dolore, progressi significativi in medicina con il nuovo e sofisticato sistema brevettato da Klox Technologies
Guarire da una ferita è un percorso lungo e talvolta doloroso, soprattutto quando si tratta di ulcere croniche, difficilmente rimarginabili per motivi fisiologici e biologici. Le ferite croniche, nella maggior parte dei casi, sono i sintomi più comuni di alcune malattie irreversibili, come per esempio il diabete, patologie vascolari o malattie autoimmuni, un problema sanitario ad oggi sottovalutato e spesso affrontato in modo scorretto.
La medicina, negli ultimi anni, sta compiendo notevoli progressi nel settore della cura delle ferite croniche: soluzioni terapeutiche che progressivamente diventano sempre più sofisticate ed efficienti prendono piede, rivoluzionando i comuni trattamenti finora praticati. È il caso del sistema biofotonico Lumiheal, tecnologia sviluppata dall’azienda farmaceutica Klox Technologies, che permette di ottenere risultati soddisfacenti sulle ferite croniche difficilmente trattabili. Il sistema si basa sulla capacità di una luce Led, di colore blu, di attivare un gel vettore di molecole foto-assorbenti che innesca delle reazioni biologiche che permettono una guarigione più veloce e indolore.
«La particolarità di questo prodotto – spiega Lise Hebert, CEO di Klox Technologies, intervenuta in occasione del convegno dal titolo ‘La cura di piaghe e ferite difficili’ tenutosi di recente a Roma – è la tipologia di luce fluorescente che serve a trattare la pelle e, in particolare, le ferite di difficile guarigione. Questo sistema, fatto in partnership con Colgate-Palmolive, è decisamente rivoluzionario ed è una sistema che farà sicuramente il giro del mondo».
«Probabilmente, nel prossimo futuro, apriremo ad Ascoli il centro di produzione mondiale». La Dottoressa Hebert fa eco all’imprenditore italo-canadese Francesco Bellini, Presidente di Klox Technologies, che aveva già anticipato, nel corso del convegno a Roma, la prossima apertura del laboratorio Klox Technologies nella città marchigiana.
«Inoltre, stabilire un laboratorio di raccordo mondiale – conclude Hebert – non significa solo crescere a livello aziendale e fare passi in avanti dal punto di vista della ricerca e della sperimentazione, ma si tratta anche di creare nuovi posti di lavoro e incentivare il settore scientifico in Italia».